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Lunedì si ricomincia …


……..

Ricominciano le solite trappole, i soliti show, chi vuole parlare e chi preferisce tacere, ben sapendo che il silenzio allude all’indicibile.

Chi è pronto per qualsiasi evenienza e chi invece prudentemente, “per il bene del Paese” si appella al senso di responsabilità …

Poi ci sono quelli che vogliono TUTTO SUBITO e quelli che “bisogna saper aspettare” come quelli che si siedono sulla sponda del fiume …

Poi ci sono quelli che le vacanze le hanno viste fare agli altri e hanno solo approfittato di qualche momento di relativa tranquillità …

Anche quelli che “le vacanze cominciano adesso” perché durante l’estate lavorano per i vacanzieri ed è un vero inferno …

Quelli che aspettano che comincino le scuole così i bambini ricominciano a mangiare le banane …

Insomma l’Italia riparte, più povera di prima perché quei quattro soldi che c’erano li hanno spesi in vacanza, disgustata come sempre che tanto niente ci tocca più, con tanta voglia di … non si sa più che cosa.

Ma manca un Andy Warhol, qualcuno che con tocco da maestro, dia un senso artistico al vuoto che ci opprime.

Vedrete che l’autunno ci sorprenderà …

Ciao 2009 !

Un altro anno sta per finire.

porchetta5

Saremo sommersi da tg che ci ricorderanno

del terremoto in abruzzo,

del fatto che lo spumante italiano va per la maggiore la sera del cenone,

della crisi,

degli esperimenti fantasmagorici del CERN, delle guerre,

della statuetta in faccia a Berlusconi,

del popolo viola,

del passaggio al digitale terrestre,

della rivolta in Tibet,

della strage di Viareggio,

della nascita della CAI,

della sospensione di De Magistris,

di Eluana Englaro,

della condanna di Mills,

degli accordi con la Libia per rispedire indietro i barconi di poveri disgraziati in cerca di una vita migliore,

dei pregiudizi sui Rom,

della bocciatura della legge 40,

dei pirati nel golfo di Aden,

del divorzio Lario/Berlusconi,

dei festini a villa Certosa,

dell’emergenza rifiuti,

della pillola abortiva approvata e poi ripudiata,

delle dimissioni di Boffo,

dell’influenza suina,

della bocciatura del lodo Alfano,

della morte di Stefano Cucchi,

del divieto di esporre crocifissi in classe,

della morte di Alda Merini e Mike Bongiorno,

del Nobel per la pace ad Obama,

etc.

Faranno un bilancio di quel che è stato e un pronostico di quel che sarà.

Gli oroscopi (a cui nessuno crede ma che tutti guardano) la faranno da padroni;

l’ultima abbuffata obbligatoria dell’anno avrà corso (alla facciaccia dei tanti che muoiono ogni giorno di fame);

tutti cercheranno di trascorrere la serata più divertente dell’anno (che poi non si capisce perché quel 3 marzo a casa con gli amici, una chitarra e una bottiglia di vino debba essere stato per forza da meno);

si terranno i soliti rituali “magici”: intimo rosso, 12 chicchi d’uva, lenticchie e cotechino (come se cambiasse qualcosa il farlo);

corni e cornetti, fuochi d’artificio e trenini;

promesse di cambiamento, auspici per un anno migliore di quello passato, lacrime di coccodrillo.

É come se il tempo si fermasse nell’attesa.

In realtà tutto avviene in un istante, in un secondo infinitesimale ma allo stesso tempo ridondante e logorroico.

Un salto spaziotemporaneo.

Tutto si capovolge, cambia senso, diventa fantasmagorico, si spegne, si accende, vive, smette di esistere. Un mondo alla rovescia che assorbe i suoi opposti e li manipola fino a raggiungere la loro stessa negazione (Bachtin).

Mi viene in mente Pulci e il suo Morgante, in gargantueschi banchetti, gli imbrogli, il mascheramento, il falso mito del poema epico cavalleresco, l’ironia e la stupidità dell’uomo che, credendo di compiere atti infinitamente grandi si perde in un bicchier d’acqua e muore per la puntura di un piccolo granchio.

Questo mi viene in mente pensando al mondo impegnato in festeggiativi per un numero (2009) che cambia (2010).

Il gigante Morgante e il gigante nano Margutte.

Il primo è un pagano sconfitto da Orlando, convertito al cristianesimo e divenuto fedele scudiero del paladino, il secondo è un furfante, dedito ai piaceri della gola, al vagabondaggio agli imbrogli.

(Chi vi ricordano?)

Tutti noi quella sera, brandendo i bicchieri e rinnegando il nostro essere, rispondiamo alla domanda di Morgante

[Disse Morgante: – Tu sia il ben venuto:
ecco ch’io arò pure un fiaschetto allato,
che da due giorni in qua non ho beuto;
e se con meco sarai accompagnato,
io ti farò a camin quel che è dovuto.
Dimmi più oltre: io non t’ho domandato
se se’ cristiano o se se’ saracino,
o se tu credi in Cristo o in Apollino.]

alla maniera del vil Margutte:

[Rispose allor Margutte: – A dirtel tosto,
io non credo più al nero ch’a l’azzurro,
ma nel cappone, o lesso o vuogli arrosto;
e credo alcuna volta anco nel burro,
nella cervogia, e quando io n’ho, nel mosto,
e molto più nell’aspro che il mangurro;
ma sopra tutto nel buon vino ho fede,
e credo che sia salvo chi gli crede;
e credo nella torta e nel tortello:
l’uno è la madre e l’altro è il suo figliuolo;
e ‘l vero paternostro è il fegatello,
e posson esser tre, due ed un solo,
e diriva dal fegato almen quello.
E perch’io vorrei ber con un ghiacciuolo,
se Macometto il mosto vieta e biasima,
credo che sia il sogno o la fantasima;
ed Apollin debbe essere il farnetico,
e Trivigante forse la tregenda.]

In poche parole la risposta è: non credo a nulla, nulla mi importa, solo di aver la pancia mia piena. Gli altri? Chi se ne frega!

Il discorso tra i due è infatti preludio ad una truffa nei confronti di uno stolto oste. I due, consumato un pantagruelico pasto, malmenano il malcapitato e scappano senza pagare.

Perfetta trasposizione ironica del poema epico cavalleresco reale che ci raccontano e che siamo soliti raccontarci, attacco per nulla pretenzioso all’elogio dell’egoismo imperante.

Ora scusatemi, ma farò di proposito un uso criminoso, personale ed autocelebrativo di questo mezzo.

Vorrei abbracciare Simona e augurarle una vita felice con la sua bambina,

auguro ad Ema di continuare così ed essere sempre più forte,

a Frà di abbattere mille barriere,

a Uccio di trovare un affetto caro,

a me stessa di riuscire a mettere in pratica un pizzico della teoria della condivisione e dell’orizzontalità dell’organizzazione della società che tanto mi è cara (poi se arriva pure un lavoro che duri più di un mese, schifo non mi fa :P).

A te Giorgio auguro tanta serenità, ti ringrazio per il tuo blog e perché sopporti il mio straparlare!!!

S.



* * *

Grazie S. per il bel contributo!

Buon Anno a Te e a tutti gli amici del blog!

Il 2010 sarà sicuramente più profumato …

😉

Piceno abbandonato: fantasia di recupero di una ricchezza lasciata nel degrado.

Ogni tanto vado a passeggio nel Piceno, a volte a piedi e a volte in moto. Non è difficile, mi basta uscire di casa … Vivo qui da cinque anni e sempre quando vado in giro incontro ruderi che attirano la mia attenzione.

Poi mi fermo e se riesco, mi faccio largo tra la vegetazione che divora selvaggiamente i muri,  entro e trovo vecchie stalle con mangiatoia e ragnatele,

un vecchio muro con una vecchia porta scardinata

la porta di un pollaio smangiata dai tarli e dall’erosione del tempo

geometrie che profumano di antico

o scale assediate dai rovi che portano al forno sospeso nel nulla

poi trovo ancora la scopa di una vecchia strega

o la catena arrugginita sulle venature del legno

Catena sulle venature del legno

infine mi allontano, raccogliendo un frutto da un albero generoso

Esistono qui centinaia di casolari, in condizioni più o meno precarie. Un patrimonio antico, in stato di abbandono, quasi sempre in località sperdute, isolate, tranquille, immerse in una natura ancora incontaminata.

Penso quante possibilità ci sarebbero di recuperare queste ricchezze. Certo, è più facile buttarle giù! Costruire un bel palazzo moderno. Poi immagino la Toscana, o l’Umbria che hanno raccolto da queste architetture enormi ricchezze, recuperando vecchi materiali e ricostruendo le atmosfere originali.

Chissà? Magari si potrebbe progettare un recupero di tanta ricchezza. Un progetto che trovi magari i fondi della CEE, quelli a fondo perduto, che magari hanno fatto la fortuna di qualche speculatore.

Invece potrebbero essere utilizzati da una comunità terapeutica che rende abitabile una parte del casolare e poi, piano piano, ricostruisce tutto … o da una scuola edile, che impara da un vecchio mastro stili di lavoro destinati a scomparire.

Oppure si potrebbero occupare per fare musica, arte, cultura …

Idee, sogni, fantasie destinati a restare tali.

O no?