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Banalità: qual’è il problema?

C’è chi dice che Berlusconi non è il problema!

Chi dice che Grillo non è il problema!

Chi dice che il problema non sono i fascisti, ma nemmeno i comunisti.

Non è la Lega e neanche il razzismo!

Il problema non è la Chiesa! Oppure magari un po’ …

Il problema non è il capitalismo, ma neanche la TV!

Il problema non è la violenza, non sono i media, non è il sesso e nemmeno l’alcool o la droga!

Il problema non è Facebook! e neanche i videogiochi!

Il problema non è l’economia che va a rotoli o la crisi che la vede solo chi non è ottimista …

Il problema non è quel che si dice perché non l’ho mai detto

Ma allora

qual’è il problema?

Il problema sono IO, TU, NOI, VOI!

CHE

non ci piace la destra, ma neanche la sinistra …

odiamo il capitalismo, ma ci piacciono i soldi …

odiamo la TV, ma guai se manca a casa …

la droga non va bene, ma se finiscono le sigarette siamo in crisi nera …

l’alcool fa male, ma il vino a tavola non deve mancare …

la pornografia è uno schifo, ma un paio di belle tette si guardano sempre con piacere …

proteggiamo i bambini dalla violenza, ma quando se le va a cercare …

Ma non c’è niente di nuovo, lo cantava già Gaber tanti anni fa …



Da You Tube

O no?

🙂

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Scambio di email con Paolo Barnard

In seguito all’articolo pubblicato ieri,

Pavidi schiavi o complici benestanti ? Commentando Paolo Barnard …

ho avuto uno scambio di mail con Paolo Barnard, che ripropongo nudo e crudo:

P.Barnard scrive:

Il AAA cercansi era volutamente grottesco, siamo in una situazione grottesca dove il Sistema si fonde in un abbraccio manifesto con l’Antisistema che persino  batte il Sistema in ipocrisia e scandalo. Pochi hanno capito, eppure non era difficile porsi la domanda “Ma come può uno come Barnard sbottare così?” e rispondersi con ipotesi meno superficiali della semplice provocazione o dell’Hacker fantasma o di una mia pazzia. Pace, esperimento non riuscito. P.B.

Non rispondo e non dialogo perché il confronto lo abbiamo fatto alla nausea della nausea. Bisogna FARE!!!!! basta fare i rivoluzionari della tastiera. Ciao B.

Io replico:

quando si comunica occorre pensare che il prossimo possa capire.

se non capisce bisogna, secondo me, s’intende, essere disponibili a spiegare meglio

per FARE occorre ORGANIZZAZIONE

il singolo diventa facilmente isolato, un bersaglio.

Il sistema non ha neanche bisogno di attaccarlo, cade in depressione da solo.

Io, tu, Roberto etc ne siamo la prova vivente.

Vuoi FARE?

Proponi un progetto, piccolo piccolo, concreto concreto, e lavoriamoci su …

Io ho le ruote sgonfie più di te, sono senza benzina e pressocché da rottamare …

Una cosa piccola, con tempo sufficiente per vederla realizzare, magari tra un anno. Ma un obiettivo che sia alla portata di tutti noi, non un volo per la luna …

Ciao

Giorgio

E Paolo ancora:

Caro Giorgio, ho proposto progetti dettagliati per anni, ho fatto gruppi da stancarmi. Cavato nulla. Sono alla fine dell’impresa, non ci credo più. Ciao B.

E io ancora:

ok,

ma allora smettila di dire

basta ho finito

concluso

vado per altre strade

e poi continuare a scrivere

e sperare

e accusare

e vomitare

che cazzo lo fai a fare?

Tanto non risponderai, o con la solita telegrafia   …

Ti sei mai chiesto se il tuo comportamento è causa di frustrazione anche per qualcun altro, oltre che per te?

Ciao

Con affetto, con rabbia e con voglia di andare affanculo

E Paolo:

Guarda che io non sto scrivendo più, e quello che ho fatto sono stati solo atti dovuti per rispondere a una diffamazione e per concludere il percorso sul mio sito in modo comprensibile. Sto dando gli ultimi ritocchi prima di chiudere casa decentemente. Io non posso fingere di credere a qualcosa solo per non frustrare qualcun altro. Ciao B.

E io:

e “pavidi” l’ho scritto io?

per te è tutto facile e tutto impossibile

ogni tanto tiri la corda dello sciacquone sperando di poter finire lì

poi le mani ti prudono e non riesci a stare fermo

perchè tu non ti sei arreso dentro di te, ed è normale che sia così

allora non ha senso alzare la bandiera bianca e poi sparare ancora qualche cartuccia, diventa sadomasochismo

berlusconi, qual’è il problema? Una macchina da guerra di comunicazione da miliardi di euro pronta a colpire ovunque, ecco dov’è il problema …

giusto per fare un esempio

chi ha combattuto con il mitra in mano ha perso, ed era giusto così

ma chi combatte soltanto per tenere accesa la luce della ragione, forse ha un dovere civico di tenere acceso anche un piccolo cerino.

forse un giorno il suo sforzo verrà compreso

forse

un giorno

Ciao

P.S. Magari pubblico il nostro scambio, immagino tu non abbia nulla in contrario …

E Paolo, infine:

Nulla in contrario. Ciao B. p.s. Berlusconi non è il problema.

PUNTO.

P.S.  Ho trovato un cartello che forse può aiutare Paolo a chiudere il suo sito:

chiuso_per_tristezza

O no?

🙂

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Pavidi schiavi o complici benestanti ? Commentando Paolo Barnard …

Da tempo seguo le vicende di Paolo Barnard. Da un anno circa. Sto imparando a conoscerlo attraverso ciò che scrive.

Prima di tutto sembra che Paolo ogni qual tempo decide di abbandonare tutto e tutti, di non scrivere più nulla e di sparire completamente dalla scena mediatica.

Già nel Maggio 2007 Paolo scriveva queste parole in una lettera dal titolo ADIEU ALTERMONDIALISTES:

“Io non sono più della partita, come ci sono entrato in questo mondo di pulizia fasulla e di fasulli pulitori ne esco. Ho scritto, filmato, detto, scongiurato, lottato, litigato.
Ora la mia strada va da altre parti, le mie parti.
A voi la vostra, qualunque essa sia. ”

Poi pochi giorni fa appare sul suo sito un breve articolo dal titolo CONCLUSIONE:

“Per gli eventuali lettori di questo sito.

Il sito rimane online per consultazione dei miei lavori e delle mie proposte. Io non vi scrivo più altro.

Hanno vinto gli arroganti e i falsari, ha vinto e vincerà sempre più la stupidità di chi li segue. Non poteva che essere così in questo Paese di arroganti e falsi leader, e di adoranti e servili seguaci. Qui l’agire per cambiare è un’arte sconosciuta, e quei pochi che lo fanno saltano sul carro del ‘personaggio’ più emozionante del momento, si agitano per un po’, e poi lo abbandonano per saltare su quello successivo. E così all’infinito, ma così si fa nulla.

Per chi è giovane e sincero: andate via da qui, andate dove ancora le persone sanno agire, dove ancora le idee vincono ogni tanto. Negli Stati Uniti se possibile, fidatevi. Ma anche altrove. Non qui.

Grazie a tutti per il passato e per il futuro.”

In questa occasione gli scrissi la seguente mail:

“Anch’io ho avuto 1000 volte la voglia di scrivere qualcosa del genere …
Poi mi sono detto: mai dire mai
e allora, anche se abbandonato, mi lascio sempre uno spiraglio aperto …
Ma ognuno fa come meglio crede!
Buona fortuna e grazie a te per i tuoi contributi, anche se mettere la parola FINE fa un po’ di depressione.
Ciao”

Nessuna risposta da parte di Paolo.

Passa qualche tempo e Paolo esce sul suo sito con un appello che, ahimè devo usare un termine che purtroppo concorda con Travaglio, un po’ delirante,  ma diciamo semplicemente provocatorio, dove egli lancia un appello a giovani e belle fanciulle per un felice accoppiamento con lui magari accompagnato da qualche chiacchiera e un po’ di stordimento da alcoolici oda altre sostanze !!! ( AAA CERCANSI )

Questa uscita provoca qualche reazione di incredulità e di disappunto anche su questo blog …

Adesso Paolo, dopo aver pubblicato il commento di un suo lettore che comprende il suo dis-armo, dopo aver lanciato su You Tube una bella risposta a Marco Travaglio, che lo accusa di delirare

con tanto di sfida ad un pubblico confronto

scrive ancora sul suo sito un articolo dal titolo PAVIDI dove, tra l’altro,  afferma:

(…)

Berlusconi? E dov’è il problema?

La Camorra? E dov’è il problema?

Le guerre imperiali? E dov’è il problema?

La fame nel mondo? E dov’è il problema?

Sono tutte espressioni dei Sistemi di Potere, brutali, corrotti, avidi. E dov’è il problema?

I Sistemi di Potere, brutali, corrotti, avidi sono la cosa più comune della Storia dell’umanità, nulla di nuovo, ci sono sempre stati (…)

Ma i popoli si sono organizzati, e li hanno sempre uno a uno spazzati via. Lo hanno fatto quando non c’era la Tv, non c’era Internet, non c’erano le democrazie. Lo hanno fatto quando rischiavano la tortura, lo sterminio, la sparizione nelle fosse comuni, e quando non esisteva una giustizia di alcun tipo a tutelarli. Ma lo hanno sempre saputo fare.

Il dramma del nostro tempo è che non siamo più capaci di farlo. Tutto qui. Pensateci.

Il dramma non è l’esistenza di Berlusconi o di Putin, del Fondo Monetario o di Wall Street. Il dramma non è che ci manca l’informazione, non è infatti che non sappiamo quanto brutali, corrotti, avidi essi siano.

Il dramma è che non sappiamo più spazzarli via. E siamo i primi nella Storia a essere così pavidi.

Potreste pensionare ogni vostro ‘paladino’ dall’Antisistema per 200 anni, senza perderci assolutamente nulla. Perché il dramma siete voi, noi, tutti noi e la nostra pavidità.”

Io credo che il problema sia semplice semplice. I popoli hanno sempre abbattuto le tirannie spinti dalla disperazione. Adesso la disperazione, qui da noi almeno, non c’è. Sono poche le persone che hanno il problema di sopravvivere.  Le nostre miserie sono costituite da “sacrifici” per cambiare la macchina, per un telefonino nuovo o per una vacanza in più. Allora, se non siamo così pressati dalla fame e dalla miseria, perché mai dovremmo rischiare la vita la tortura e la galera per qualche bella idea?

Parlo ogni tanto con qualcuno di cui non conosco le idee politiche e sento dire di Berlusconi che lui, almeno, fa lavorare migliaia di persone … La gente si identifica e pensa che anche loro possono magari partecipare alla grande abbuffata, come a quella della camorra.

Avere una reale coscienza del mondo oggi, per noi occidentali, significa rassegnarci a condizioni di vita più modeste per favorire lo sviluppo del terzo mondo. Ho sentito che 700.000 bambini in Africa quest’anno moriranno a causa della nostra crisi economica occidentale. Ma noi no siamo capaci di rinunciare a un gelatino dei nostri figli per questi bambini, che, dopo aver letto la notizia, sono soltanto un brutto ed enorme numero da dimenticare e seppellire nella nostra coscienza.

Non credo che siamo pavidi, credo che siamo opportunisti. Il nostro bisogno di cambiamento è soltanto tanto bla bla, ma in fondo tutti apprezziamo le comodità della nostra civiltà e nessuno ha tanta voglia di rischiare per qualche bella idea.

Infine Paolo, se vogliamo crescere e sviluppare lentamente qualcosa di migliore, dobbiamo confrontarci, parlare, discutere e ORGANIZZARE.

Tu, quando mandi le mail dove annunci i tuoi articoli, scrivi sempre: “Per favore, se volete fare qualcosa, divulgate, non scrivete a me”

Il tuo sito è chiuso ai commenti!

Non lo trovo produttivo.

Comprendo che non vuoi diventare un nuovo paladino, o anti-paladino, o quello che vuoi. Ma se ci sono spazi dove la gente può confrontarsi e CERCARE di organizzarsi, questi vanno sempre sfruttati al massimo. E il tuo sito potrebbe essere uno di questi spazi.

Invece sembra un luogo pieno di monumenti sacri ed inviolabili, un luogo di meditazione ma non di azione.

Forse un’opportunità persa!

Soltanto forse, perché con il nostro mondo, e con gente come me e come te, ogni certezza è incerta …

O no?

🙂

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Lettera aperta a Paolo Barnard

Lettera aperta a Paolo Barnard

Scrive Paolo Barnard il 3 Febbraio 2009:

Solo quando l’opinione pubblica occidentale saprà cosa è accaduto in Palestina dal 1897 al 1951, capirà…”

e poi cita Noam Chomsky:

… oggi la gente non tollera più la barbarie, e la Storia ci dimostra che quando la scopre si attiva per porle fine

Paolo consiglia ai suoi lettori il suo video

Palestina: capire il torto‘  (http://it.youtube.com/watch?v=5NBZjjj2Kh4)

e suggerisce: DIVULGATELO!

A casa mia questo significa offrire un’informazione e credere nel suo valore per poter CAMBIARE.

Ok?

Poi oggi, 15 Febbraio 2009, scrive un nuovo articolo:

Infobiotici

Inizia così:

E’ disperante. Siamo tossicodipendenti da informazione. L’urlo che si leva dalle masse degli italiani attiviinfodipendenti è sempre il medesimo: informateci, non mollate, ancora dosi, grazie! La risposta degli abili pusher è di inondare il mercato della sostanza.”

E conclude:

“Posso riproporre qui, a voi tutti, di piantarla di rincorrere le informazioni? Perché quello che non va lo sappiamo alla nausea, lo sapevano già alla nausea i nostri nonni, ce n’era abbastanza già allora per fare la rivoluzione nelle piazze. Posso riproporre che piuttosto che infodrogarsi dovremmo imparare ad agire? Tutti, non i soliti 0,2%. Cioè pensionare i ‘paladini della controinformazione’ (grazie, siete stati utili, Barnard incluso), e tornare a fare quello che uomini e donne comuni fecero dal ‘700 al ‘900? Cioè cambiare la Storia?

Oppure ditelo: ne siamo incapaci, troppa fatica, meglio l’infobiotico e rimanere inutili. Fatti da parte Barnard, c’è Annozero stasera.”

Scusa Paolo, ma io non ho neanche idea di come cominciare a cambiare la Storia.

Mi sembrava che Internet possa essere uno strumento utile in questo senso, ma mi sto ricredendo. Sembra essere soltanto un’altra droga.

Leggo te e mi dico: bene allora è giusto informare.

Poi leggo dopo due settimane e dico: no allora informare non serve a nulla …

Insomma, alla fin fine di quello che scrivi, cioè ieri A e oggi NON-A, mi resta ben poco da condividere.

Forse soltanto un’unica frase:

è disperante!

O no?

🙂

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P.S. In realtà condivido molto di più, però poi mi rendo conto che anche l’informazione oggi non si può fare se non produce ricchezza, profitto, denaro. Come non si può cambiare la Storia se non si accede alle risorse economiche … E allora? Andiamo tutti a rubare? Iniziamo a giocare a Robin Hood?

Bah!

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Quello che non ci dicono mai su Israele e Palestina.

Ricevo un invito a diffondere il seguente ARTICOLO:

IL TRADIMENTO DEGLI INTELLETTUALI

Marco Travaglio ha appena scritto un commento su Gaza, diramato dalla sua casa editrice Chiarelettere, che inizia così: “Israele non sta attaccando i civili palestinesi. Israele sta combattendo un’organizzazione terroristica come Hamas che, essa sì, attacca civili israeliani”.

Bene.

Il compianto Edward Said, palestinese e docente di Inglese e di Letteratura Comparata alla Columbia University di New York, scrisse anni fa un saggio intitolato “The Treason of the Intellectuals” (il tradimento degli intellettuali). Si riferiva alla vergognosa ritirata delle migliori menti progressiste d’America di fronte al tabù Israele. Ovvero come costoro si tramutassero nelle proverbiali tre scimmiette – che non vedono, non sentono, non parlano – al cospetto dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra che il Sionismo e Israele Stato avevano commesso e ancora commettono in Palestina, contro un popolo fra i più straziati dell’era contemporanea.

E di tradimento si tratta, senza ombra di dubbio, e cioè tradimento della propria coscienza, delle proprie facoltà intellettive, e del proprio mestiere. Gli intellettuali infatti hanno a disposizione, al contrario delle persone comuni, ogni mezzo per sapere, per approfondire. Ma nel caso dei 60 anni di conflitto israelo-palestinese, con la mole schiacciate e autorevole di documenti, di prove e di testimonianze che inchiodano lo Stato ebraico, non sapere e non pronunciarsi può essere solo disonestà e vigliaccheria. Poiché in quella tragedia la sproporzione fra i rispettivi torti è così colossale che non riconoscere nel Sionismo e in Israele un “torto marcio”, una colpa grottescamente e atrocemente superiore a qualsiasi cosa la parte araba abbia mai fatto o stia oggi facendo, è ignobile. E’ un tradimento della più elementare pietas, del cuore stesso dei Diritti dell’Uomo e della legalità moderna. E’ complicità, sì, com-pli-ci-tà nei crimini ebraici in Palestina. Leggete più sotto.

I traditori nostrani abbondano, particolarmente nelle fila dell’ala ‘progressista’. Marco Travaglio guida oggi il drappello, che vede Furio Colombo, Gad Lerner, Umberto Eco, Adriano Sofri, Gustavo Zagrebelsky, Walter Veltroni, Davide Bidussa et al., affiancati dell’instancabile lavoro di falsificazione della cronaca di tutti i corrispondenti a Tel Aviv delle maggiori testate italiane. E ci si chiede: perché lo fanno? Personalmente non mi interessa la risposta, e non voglio neppure addentrarmi in ipotesi contorte del tipo ‘il potere della lobby ebraica’, la carriera, o simili.

Ciò che conta è il danno che costoro causano, che è, si badi bene, superiore a quello delle armi, delle torture, delle pulizie etniche, del terrorismo. Molto superiore.

Perché una cosa sia chiara a tutti: l’unica speranza di porre fine alla barbarie in Palestina sta nella presa di posizione decisa dell’opinione pubblica occidentale, nella sua ribellione alla narrativa mendace che da 60 anni permette a Israele di torturare un intero popolo innocente e prigioniero nell’indifferenza del mondo che conta, quando non con la sua attiva partecipazione. Ma se gli intellettuali non fanno il loro dovere di denuncia della verità, se cioè non sono disposti a riconoscere ciò che l’evidenza della Storia gli sbatte in faccia da decenni, e se non hanno il coraggio di chiamarla pubblicamente col suo nome, che è: Pulizia Etnica dei palestinesi, mai si arriverà alla pace laggiù. E l’orrore continua. Essi, di quegli orrori, hanno una piena e primaria corresponsabilità.

L’evidenza della Storia di cui parlo è in primo luogo: che il progetto sionista di una ‘casa nazionale’ ebraica in Palestina nacque alla fine del XIX secolo con la precisa intenzione di cancellare dalla ‘Grande Israele’ biblica la presenza araba, attraverso l’uso di qualsiasi mezzo, dall’inganno alla strage, dalla spoliazione violenta alla guerra diretta, fino al terrorismo senza freni. I palestinesi erano condannati a priori nel progetto sionista, e lo furono 40 anni prima dell’Olocausto. Quel progetto è oggi il medesimo, i metodi sono ancor più sadici e rivoltanti, e Israele tenterà di non fermarsi di fronte a nulla e a nessuno nella sua opera di Pulizia Etnica della Palestina. Questo accadde, sta accadendo e accadrà. Questo va detto, illustrato con la sua mole schiacciante di prove autorevoli, va gridato con urgenza, affinché il pubblico apra finalmente gli occhi e possa agire per fermare la barbarie.

In secondo luogo: che la violenza araba-palestinese, per quanto assassina e ingiustificabile (ma non incomprensibile), è una reazione, REAZIONE, disperata e convulsa, a oltre un secolo di progetto sionista come sopra descritto, in particolare a 60 anni di orrori inflitti dallo Stato d’Israele ai civili palestinesi, atrocità talmente scioccanti dall’aver costretto la Commissione dell’ONU per i Diritti Umani a chiamare per ben tre volte le condotte di Israele “un insulto all’Umanità” (1977, 1985, 2000). La differenza è cruciale: REAGIRE con violenza a violenze immensamente superiori e durate decenni, non è AGIRE violenza. E’ immorale oltre ogni immaginazione invertire i ruoli di vittima e carnefice nel conflitto israelo-palestinese, ed è quello che sempre accade. E’ immorale condannare il “terrorismo alla spicciolata” di Hamas e ignorare del tutto il Grande terrorismo israeliano.

Le prove. Non posso ricopiare qui migliaia di documenti, citazioni, libri, atti ufficiali e governativi, rapporti di intelligence americana e inglese, dell’ONU, delle maggiori organizzazioni per i Diritti Umani del mondo, di intellettuali e politici e testimoni ebrei, e tanto altro, che dimostrano oltre ogni dubbio quanto da me scritto. Quelle prove sono però facilmente consultabili poiché raccolte per voi e rigorosamente referenziate in libri come “La Pulizia Etnica della Palestina”, di Ilan Pappe, Fazi ed., o “Pity The Nation”, di Robert Fisk, Oxford University Press, e “Perché ci Odiano”, Paolo Barnard, Rizzoli BUR, fra i tantissimi. O consultabili nei siti http://www.btselem.org/index.asp,

http://www.jewishvoiceforpeace.org,

http://zope.gush-shalom.org/index_en.html,

http://www.kibush.co.il, http://rhr.israel.net,

http://otherisrael.home.igc.org.

O ancora leggendo gli archivi di Amnesty International o Human Rights Watch, o ne “La Questione Palestinese” della libreria delle Nazioni Unite a New York.

E torno al “tradimento degli intellettuali” nostrani. Vi sono aspetti di quel fenomeno che sono fin disperanti. Il primo è l’ignoranza in materia di conflitto israelo-palestinese di alcuni di quei personaggi, Marco Travaglio per primo; un’ignoranza non scusabile, per le ragioni dette sopra, ma anche ‘sospetta’ in diversi casi.

Un secondo aspetto è l’ipocrisia: l’evidenza di cui sopra è soverchiante nel descrivere Israele come uno Stato innanzi tutto razzista, poi criminale di guerra, poi terrorista, poi Canaglia, poi persino neonazista nelle sue condotte come potere occupante. Ricordo il 17 novembre 1948, quando Aharon Cizling, allora ministro dell’agricoltura della neonata Israele, sorta sui massacri dei palestinesi innocenti, disse: “Adesso anche gli ebrei si sono comportati come nazisti, e tutta la mia anima ne è scossa”. Ricordo Albert Einstein, che sul New York Times del dicembre 1948 definì l’emergere delle forze di Menachem Begin (futuro premier d’Israele) in Palestina come “un partito fascista per il quale il terrorismo e la menzogna sono gli strumenti”. Ricordo Ephrahim Katzir, futuro presidente di Israele, che nel 1948 mise a punto un veleno chimico per accecare i palestinesi, e ne raccomandò l’uso nel giugno di quell’anno. Ricordo Ariel Sharon, che sarà premier, e che nel 1953 fu condannato per terrorismo dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU con la risoluzione 101, dopo che ebbe rinchiuso intere famiglie palestinesi nelle loro abitazioni facendole esplodere. Ricordo l’ambasciatore israeliano all’ONU, Abba Eban, che nel 1981 disse a Menachem Begin: “Il quadro che emerge è di un Israele che selvaggiamente infligge ogni possibile orrore di morte e di angoscia alle popolazioni civili, in una atmosfera che ci ricorda regimi che né io né il signor Begin oseremmo citare per nome”. Ricordo la risoluzione ONU A/RES/37/123, che nel dicembre del 1982 definì il massacro dei palestinesi a Sabra e Chatila sotto la “personale responsabilità di Ariel Sharon” un “atto di genocidio”. Ricordo le parole dello Special Rapporteur dell’ONU per i Diritti Umani, il sudafricano John Dugard, che nel febbraio del 2007 scrisse che l’occupazione israeliana era Apartheid razzista sui palestinesi, e che Israele doveva essere processata dalla Corte di Giustizia dell’Aja. Ricordo le parole dell’intellettuale ebreo Norman G. Finkelstein, i cui genitori furono vittime dell’Olocausto: “Ma se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti.” Ricordo che esistono prove soverchianti che Israele usa bambini come scudi umani; che lascia morire gli ammalati ai posti di blocco; che manda i soldati a distruggere i macchinari medici nei derelitti ospedali palestinesi; che viola dal 1967 tutte le Convenzioni di Ginevra e i Principi di Norimberga; che ammazza i sospettati senza processo e con loro centinai di innocenti; che punisce collettivamente un milione e mezzo di civili esattamente come Saddam Hussein fece con le sue minoranze shiite; che massacra 19.000 o 1.000 civili a piacimento in Libano (1982, 2006) e poi reclama lo status di vittima del ‘terrorismo’. Ricordo che il Piano di Spartizione della Palestina del 1947 fu rigettato da Ben Gurion prima ancora che l’ONU lo adottasse, e che esso privava i palestinesi di ogni risorsa importante (dai Diari di Ben Gurion). Ricordo che la guerra arabo-israeliana del 1948 fu una farsa dove mai l’esercito ebraico fu in pericolo di sconfitta, tanto è vero che Ben Gurion diresse in quei mesi i suoi soldati migliori alla pulizia etnica dei palestinesi (sempre dai Diari di Ben Gurion); che la guerra dei Sei Giorni nel 1967 fu un’altra menzogna, dove ancora Israele sapeva in aticipo di vincere facilmente “in 7 giorni”, come disse il capo del Mossad Meir Amit a McNamara a Washington prima delle ostilità, e mentre l’egiziano Nasser tentava disperatamente di mediare una pace (dagli archivi desecretati della Johnson Library, USA); che gli incontri di Camp David nel 2000 furono un inganno per distruggere Arafat, come ho dimostrato in “Perché ci Odiano” intervistando i mediatori di Clinton; che i governi di Israele hanno redatto 4 piani in sei anni per la distruzione dell’Autorità Palestinese sancita dagli accordi di Oslo mentre fingevano di volere la pace (nomi: Fields of Thorns, Dagan, The Destruction of the PA, ed Eitam); che la tregua con Hamas che ha preceduto l’aggressione a Gaza fu rotta da Israele per prima il 4 novembre del 2008 (The Guardian, 5/11/08 – Ha’aretz, 30/12/08), con l’assassino di 6 palestinesi. E queste sono solo briciole della mole di menzogne che ci hanno raccontato da sempre sulla ‘epopea’ sionista.

Ricordo infine Ben Gurion, il padre di Israele, che lasciò scritto: “Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle loro terre, per ripulire la Galilea dalla sua popolazione araba”. E ancora: “C’è bisogno di una reazione brutale. Se accusiamo una famiglia, dobbiamo straziarli senza pietà, donne e bambini inclusi. Durante l’operazione non c’è bisogno di distinguere fra colpevoli e innocenti”. Quell’uomo pronunciò quelle agghiaccianti parole 20 anni prima della nascita dell’OLP, più di 30 anni prima della nascita di Hamas, 50 anni prima dell’esplosione del prima razzo Qassam su Sderot in Israele.

Ricordo ai nostri ‘intellettuali’ di andarle a leggere queste cose, che sono in libreria accessibili a tutti, prima di emettere sentenze.

E l’ipocrisia sta nel fatto che questi negazionisti di tali orrori storici possono scrivere le enormità che scrivono sulla tragedia di Gaza, sulla Pulizia Etnica dei palestinesi, e possono dichiararsi filo-israeliani “appassionati” (Travaglio) senza essere ricoperti di vergogna dal mondo della cultura, dai giornalisti e dai politici come lo sarebbe chiunque negasse in pubblico l’orrore patito per decenni dalle vittime dell’Apartheid sudafricana, o i massacri di pulizia etnica di Srebrenica e in tutta la ex Jugoslavia.

Il mio appello a questi colti mistificatori è: continuare a seppellire sotto un oceano di menzogne, di ipocrisia, sotto l’indifferenza allo strazio infinito di un popolo, sotto la vostra paura o la vostra convenienza, la grottesca sproporzione fra il torto di Israele e quello palestinese, causa e causerà ancora morti, agonie, inferno in terra per esseri umani come noi, palestinesi e israeliani. Sono più di cento anni che il nostro mondo li sta umiliando, tradendo, derubando, straziando, con Israele come suo sicario. Sono 60 anni che chiamiamo quelle vittime “terroristi” e i terroristi “vittime”. Questo è orribile, contorce le coscienze. Non ci meravigliamo poi se i palestinesi e i loro sostenitori nel mondo islamico finiscono per odiarci. Dio sa quanta ragione hanno, cari ‘intellettuali’.

Paolo Barnard

Gennaio 2009

===


Paolo Barnard è una fonte, un’informazione preziosa. Chi ha buona volontà la può utilizzare e diffondere.

Gli altri potranno almeno smetterla di far finta di non sapere!

O no?

🙁

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Onda Anomala – Gelmini 3 a 0

Non ci potevo neanche credere!
Tutto da rifare!
Maestro Unico? Facoltativo! E chi diavolo andrà a chiederlo?
Le famiglie che potranno scegliere tra 24, 27, 30 o 40 ore !!!

Ma dove siamo? Alla fiera delle mucche? Bambini con elementari da 24 ore e altri da 40!
I risultati? Identici! Anzi chi ne fa 24 è più EVOLUTO!

Poi la Pinocchia Gelmini dice che non è una marcia indietro!!!

Che spudorata!

Direi che tutto il movimento che si è creato contro lo scempio della scuola è servito!

Direi che apparire su You Tube è stato un colossale autogol, con la valanga di proteste che sono arrivate anche lì!

Direi che

La protesta civile e colorata può battere un governo triste e grigio

Direi che
sono servite le raccolte di firme i cortei e le occupazioni, nonostante quello che scrive Paolo Barnard.

Egli ammoniva Studenti ed insegnanti del Movimento:

“Dove state andando a sbattere? Contro chi? Ha senso indignarsi con il pescecane che ha azzannato la rete del pescatore? Mi spiego, è semplice. Le destre politiche di tutto il mondo sono cromosomicamente programmate dai loro padroni per fare una e solo una cosa: distruggere il bene comune e il senso di collettività, per sempre, e imporre il privato individuale ovunque. Sono nate per fare questo. Punto. Esattamente come gli squali sono nati per azzannare. Significa demolire scuola pubblica, sanità pubblica, servizi pubblici. Possiamo certamente inorridire, ma che senso ha indignarsi con chi sta facendo il suo dovere?”

Ma Paolo invitava ad andare oltre …

“Cosa avrete risolto quando e se la Gelmini avrà fatto marcia indietro? Perché non mettiamo tutta questa energia oggi esplosa nelle piazze per arrivare a una scuola che non ci devasti l’anima, che non ci faccia odiare la cultura, che sia il nostro regno del rispetto nell’età più sensibile di tutta la vita, che non ci insegni le virtù del servilismo e dell’arroganza, dove non ci si senta con le ossa svuotate di fronte alle cattedre o ad aspettare nei corridoi i favori dei baroni? Dove a neppure vent’anni si possa entrare a colloquio dal tuo professore sul tappeto rosso, mentre fuori dallo studio, in corridoio, al resto del mondo tocca di aspettare voi e la piena soddisfazione del vostro diritto.

Immaginare in grande, immaginate in grande.

Ok Paolo! Ma un passo alla volta! Per intanto sappiamo che un Movimento forte può ottenere qualcosa! Anche senza leader che lo portano di qua o di là! Un Movimento spontaneo! Un Onda Anomala !

E’ un’onda che prende coscienza della sua forza e sarà sempre più forte se sarà capace di rimanere PACIFICA e NON VIOLENTA.

Ma è un’onda che crescendo potrebbe anche spazzare via tante brutte cose …

Non siamo negli USA, ma uno slogan possiamo rubarlo agli americani:

YES WE CAN !

ma noi lo diciamo all’italiana, con Pino Daniele …

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Paolo Barnard: un’utopia come un’altra?

Mi piace leggere Paolo Barnard.

Lo trovo interessante, stimolante. Una voce stonata in un coro monotono.

Seguo il suo sito e i suoi aggiornamenti chiedendomi comunque: dove andrà a parare?

Cosa comporta il suo nichilismo? Il suo sguardo disincantato su un mondo che ormai sembra non promettere più niente di buono? Se non una vincita al Superenalotto dove sembra che la gente investa sempre di più?

Credevo che si fosse semplicemente arreso ad una realtà opprimente, mentre l’articolo che ha pubblicato oggi mostra che mi sbagliavo di grosso.

Paolo ha le sue proposte per “UN MONDO FINALMENTE PIU’ GIUSTO”

Egli vorrebbe combattere il CAPITALISMO DEI BENI DI CONSUMO. Ecco come:

“Ora, per arginare una macchina mostruosa di queste dimensioni e di questa potenza, c’è una sola strada:

– Studiarla a fondo.

– Formarci in un esercito di attivisti compatto, disciplinato.

– Capire che cosa, in questo periodo della Storia, innesca il cambiamento, quale vettore, quale tipo di interazione umana. Individuare queste chiavi di svolta con precisione, così come si isola una molecola benefica.

– Studiare di conseguenza una comunicazione immensamente abile per attirare l’attenzione del mondo della GENTE COMUNE.

– Studiare i metodi per rendere la comunicazione gradevole ma penetrante.

– Diffonderci nei luoghi della gente comune, implacabili, pazienti, tutto l’anno, per tentare di creare un consenso opposto a quello oggi dominante usando quei metodi attentamente studiati.

– Essere molto ben finanziati, cioè cercare e ingaggiare sponsorilluminati’ capaci di vedere il vantaggio di lungo termine di un mondo più giusto.

– Sapere che è una strada in salita, poiché si tratta di invitare milioni di persone a scelte impopolari, a rinunce, a mutazioni di stili di vita importanti, e a saper vedere però la convenienza finale di un mondo più in equilibrio.

– Mettere da parte le differenze che separano i nostri gruppi che formano il Movimento, cioè rinunciare ai nostri individualismi per un fronte comune, unico, compatto, disciplinato, implacabile di attivisti al lavoro ovunque, sempre, con linee guida universali, sempre le stesse e i metodi di cui sopra. Cioè cambiare il consenso dei popoli, verso la rinascita del primato del Bene Comune. Per un mondo finalmente più giusto.

Non c’è altra strada. Non c’è.”

Io purtroppo non vedo possibilità nella strada da lui indicata.

Non credo alla possibilità di una organizzazione compatta, capace di eliminare divisioni al suo interno, di trovare FORTI FINANZIAMENTI (dove se non dal capitalismo?) e capace di trovare una forma di comunicazione che colpisca il cuore della gente per cambiare anche comportamenti e atteggiamenti.

La storia non l’ho mai vista cambiare così.

L’egoismo è sempre stato prevalente.

I cambiamenti importanti sono sempre costati morti e feriti.

Siamo tutti (o quasi) generosi se circondati dall’abbondanza, ma siamo pronti ad uccidere se il pezzo di pane che sta fra di noi è l’ultimo rimasto per sopravvivere.

Questo aspetto è ormai remoto, ma è una parte della natura umana di cui non dovremmo dimenticarci.

Ma allora quali soluzioni? Una strada in salita dice Paolo Barnard. Ma chi la sceglierebbe?

Siamo tutti consapevoli che i regali di Natale

sono uno stupido omaggio al consumismo, eppure nessuno è capace di rinunciarvi. Chiunque si sente triste se non ha un pacchettino incartato e infiocchettato da mettere sotto un alberello o una semplice candelina.

Eppure questo rito che è ormai soltanto una devozione al Dio Capitale lo compiamo tutti, Atei e Cristiani, accomunati dal desiderio del sorriso dei nostri figli che possono sentirsi grazie a questo UGUALI agli altri.

Siamo disposti a soffrire, certo! Ma guai se i nostri figli si sentono esclusi o inferiori a causa delle nostre credenze. Non capirebbero. E noi sembreremmo soltanto dei miserabili.

Finanziamo il capitalismo distruggendo la nostra salute. Consumando tabacco, per esempio, che non conosce ideologie.

Nessuno ha il coraggio di dire che fumare sigarette è un modo FASCISTA di stare al mondo!

Ma anche consumando droghe, come l’hashish, droga “buona e illuminata” (?!?), che fa parte del “Movimento”…

Senza pensare CHI GUADAGNA da questo consumo.

Oppure usiamo cosmetici di tutti i tipi e di tutti i colori, senza chiederci a che serve se non a un ideale insensato di bellezza. Sempre per adeguarsi all’immagine NORMALE del corpo …

Allora AVANTI nel DELIRIO del consumo!

E il cambiamento?

Dovremo aspettare LA CRISI!

Tenerci buoni i nostri buoni propositi, cercare di costruire PICCOLE ISOLE di felicità, e aspettare che le nostre auto possano funzionare per 1 milione di kilometri senza avere più bisogno di consumarle e buttarle via.

Un’altra utopia?

Certo! Tanto, una vale l’altra …

Almeno così cerco di stare bene OGGI!

Facendo finta di non sapere che il mio frigo è pieno delle sofferenze di un grande mondo dimenticato …

O no?

🙁

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Obama è il cambiamento?

Davvero Barack Obama cambierà qualcosa?

E’ presto per dirlo!

E in Italia troveremo un Obama anche per noi?

Changes – David Bowie

Magari …

Se lo trovate fate un fischio!

Barack Obama Music Video – Change


Barack Obama ha costruito la sua elezione grazie alle donazioni della gente! Questo, forse è un vero cambiamento …

YES WE CAN

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P.S. Mah? Leggo un paio di articoli di Paolo Barnard che lasciano poco spazio a tante illusioni …

Obama? Gioire con prudenza, molta
(2008-11-06)

Obama? Seguite i soldi
(2008-11-08)
Speriamo che si sbagli …

I Ciarlatani

La ricerca di Giosby aveva portato ad individuare una serie di personaggi che si muovono nella nostra società in modo alquanto ambiguo, per niente trasparente, affermando una cosa e negandola successivamente in contesti differenti a seconda delle convenienze …
Di gente così è piena il mondo. Io ne ho individuati solo qualcuno, attività alla quale ho dedicato fin troppo tempo!
Ma può darsi che altri si presentino  all’orizzonte, che saltino all’occhio e forse se ne parlerà ancora.
Finora i più evidenti, di cui ho scritto, sono, più o meno famosi, in ordine alfabetico, per non far torto a nessuno …
  • Manuela Bellandi
  • Silvio Berlusconi
  • Beppe Grillo
  • Paolo Guzzanti
  • Sabina Guzzanti
  • Marco Travaglio

Ma è mai possibile che personaggi di questo tipo muovano sempre

le leve del potere ?

Di seguito gli articoli pubblicati sul primo blog di Giosby

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Censura nel web

Come opera la censura nel web?

Le formule sono diverse.

  • c’è chi cancella semplicemente i commenti scomodi o interi threads come Beppe Grillo …

La Censura degli Amici di Beppe Grillo – board nazionale
V2DAY – Beppe Grillo – Chiagni e fotti!
La Ragnatela del Grillo

  • c’è chi elimina totalmente i forum, o la possibilità di scriverci come la RAI …

ALLARME CENSURA: CHIUSI I FORUM RAI ! ! !

  • chi con qualche scusa butta fuori gli utenti scomodi come Paolo Guzzanti …

Le contraddizioni dell’On. Paolo Guzzanti

  • chi dapprima prova in tutti modi ad emarginare ed isolare chi ha opinioni critiche …

Cose da Giosby. Sabina Guzzanti, la democrazia e la violenza dei suoi amici

… e infine adduce scuse tecniche per far finta di non censurare nessuno come Sabina Guzzanti …

Buon Compleanno Sabina Guzzanti !

  • chi fa finta di non sapere niente come Marco Travaglio …

Una domanda a Marco Travaglio: Marco ma ci sei o ci fai ?

  • e quelli che stanno a guardare perchè tanto la cosa non gli interessa o non li riguarda …

L’informazione siamo noi? Ovvero: LA CENSURA ci piace!

Insomma ce n’è per tutti i gusti e chi più ne ha più ne metta …

Io direi una cosa soltanto :

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