Già marchiata a fuoco come puttanella, piccola ladra e grande bugiarda.
Chi la strattona di qua e chi la tira di là, a parte la sua famiglia che (sembra) neanche la rivuole vedere (ma sarà vero?)
Eppure lei è la vittima di questa assurda storia.
Introdotta in un mondo più grande di lei grazie alla sua bellezza.
Ma trattata come semplice carne da macello, da chi la desidera a tal punto da far aprire la porta della sua cella, pur di ingraziarsela, fino a chi la usa come una clava per riuscire ad abbattere un Re Nudo, che più nudo non si può, laddove non è riuscito né Bersani né Di Pietro, né il popolo viola e nemmeno Fini.
Ruby oggi diventa maggiorenne, almeno così ho letto, ed è corteggiata da tutta l’Italia.
Potrebbe fare un bel gesto, potrebbe dare un bello schiaffo a tutto questo Paese corrotto dove tutto è possibile grazie ai danè e grazie al potere, dove non bisogna essere bravi ma apparire per avere qualche merito.
Se davvero ha rubato potrebbe presentarsi in una qualunque questura e costituirsi.
Sarebbe proprio un bello schiaffo alla mentalità mafiosa di questo Paese.
Non è Berlusconi che sorprende, sono quelli che lo applaudono sempre e comunque.
Lui ormai potrebbe uccidere in diretta TV un bambino indifeso e troverebbe sempre qualcuno pronto a contestualizzare e a gridare al complotto contro di lui.
Vai in questura, Ruby!
Ruba il cuore di noi tutti!
Tu rappresenti la dignità di tutto un Paese.
A Zio Paperone non dargliela (vinta)!
Te lo chiede un Paperino qualunque!
Dolce piccola grande bocca di rosa!
del fatto che lo spumante italiano va per la maggiore la sera del cenone,
della crisi,
degli esperimenti fantasmagorici del CERN, delle guerre,
della statuetta in faccia a Berlusconi,
del popolo viola,
del passaggio al digitale terrestre,
della rivolta in Tibet,
della strage di Viareggio,
della nascita della CAI,
della sospensione di De Magistris,
di Eluana Englaro,
della condanna di Mills,
degli accordi con la Libia per rispedire indietro i barconi di poveri disgraziati in cerca di una vita migliore,
dei pregiudizi sui Rom,
della bocciatura della legge 40,
dei pirati nel golfo di Aden,
del divorzio Lario/Berlusconi,
dei festini a villa Certosa,
dell’emergenza rifiuti,
della pillola abortiva approvata e poi ripudiata,
delle dimissioni di Boffo,
dell’influenza suina,
della bocciatura del lodo Alfano,
della morte di Stefano Cucchi,
del divieto di esporre crocifissi in classe,
della morte di Alda Merini e Mike Bongiorno,
del Nobel per la pace ad Obama,
etc.
Faranno un bilancio di quel che è stato e un pronostico di quel che sarà.
Gli oroscopi (a cui nessuno crede ma che tutti guardano) la faranno da padroni;
l’ultima abbuffata obbligatoria dell’anno avrà corso (alla facciaccia dei tanti che muoiono ogni giorno di fame);
tutti cercheranno di trascorrere la serata più divertente dell’anno (che poi non si capisce perché quel 3 marzo a casa con gli amici, una chitarra e una bottiglia di vino debba essere stato per forza da meno);
si terranno i soliti rituali “magici”: intimo rosso, 12 chicchi d’uva, lenticchie e cotechino (come se cambiasse qualcosa il farlo);
corni e cornetti, fuochi d’artificio e trenini;
promesse di cambiamento, auspici per un anno migliore di quello passato, lacrime di coccodrillo.
É come se il tempo si fermasse nell’attesa.
In realtà tutto avviene in un istante, in un secondo infinitesimale ma allo stesso tempo ridondante e logorroico.
Un salto spaziotemporaneo.
Tutto si capovolge, cambia senso, diventa fantasmagorico, si spegne, si accende, vive, smette di esistere. Un mondo alla rovescia che assorbe i suoi opposti e li manipola fino a raggiungere la loro stessa negazione (Bachtin).
Mi viene in mente Pulci e il suo Morgante, in gargantueschi banchetti, gli imbrogli, il mascheramento, il falso mito del poema epico cavalleresco, l’ironia e la stupidità dell’uomo che, credendo di compiere atti infinitamente grandi si perde in un bicchier d’acqua e muore per la puntura di un piccolo granchio.
Questo mi viene in mente pensando al mondo impegnato in festeggiativi per un numero (2009) che cambia (2010).
Il gigante Morgante e il gigante nano Margutte.
Il primo è un pagano sconfitto da Orlando, convertito al cristianesimo e divenuto fedele scudiero del paladino, il secondo è un furfante, dedito ai piaceri della gola, al vagabondaggio agli imbrogli.
(Chi vi ricordano?)
Tutti noi quella sera, brandendo i bicchieri e rinnegando il nostro essere, rispondiamo alla domanda di Morgante
[Disse Morgante: – Tu sia il ben venuto: ecco ch’io arò pure un fiaschetto allato, che da due giorni in qua non ho beuto; e se con meco sarai accompagnato, io ti farò a camin quel che è dovuto. Dimmi più oltre: io non t’ho domandato se se’ cristiano o se se’ saracino, o se tu credi in Cristo o in Apollino.]
alla maniera del vil Margutte:
[Rispose allor Margutte: – A dirtel tosto, io non credo più al nero ch’a l’azzurro, ma nel cappone, o lesso o vuogli arrosto; e credo alcuna volta anco nel burro, nella cervogia, e quando io n’ho, nel mosto, e molto più nell’aspro che il mangurro; ma sopra tutto nel buon vino ho fede, e credo che sia salvo chi gli crede; e credo nella torta e nel tortello: l’uno è la madre e l’altro è il suo figliuolo; e ‘l vero paternostro è il fegatello, e posson esser tre, due ed un solo, e diriva dal fegato almen quello. E perch’io vorrei ber con un ghiacciuolo, se Macometto il mosto vieta e biasima, credo che sia il sogno o la fantasima; ed Apollin debbe essere il farnetico, e Trivigante forse la tregenda.]
In poche parole la risposta è: non credo a nulla, nulla mi importa, solo di aver la pancia mia piena. Gli altri? Chi se ne frega!
Il discorso tra i due è infatti preludio ad una truffa nei confronti di uno stolto oste. I due, consumato un pantagruelico pasto, malmenano il malcapitato e scappano senza pagare.
Perfetta trasposizione ironica del poema epico cavalleresco reale che ci raccontano e che siamo soliti raccontarci, attacco per nulla pretenzioso all’elogio dell’egoismo imperante.
Ora scusatemi, ma farò di proposito un uso criminoso, personale ed autocelebrativo di questo mezzo.
Vorrei abbracciare Simona e augurarle una vita felice con la sua bambina,
auguro ad Ema di continuare così ed essere sempre più forte,
a Frà di abbattere mille barriere,
a Uccio di trovare un affetto caro,
a me stessa di riuscire a mettere in pratica un pizzico della teoria della condivisione e dell’orizzontalità dell’organizzazione della società che tanto mi è cara (poi se arriva pure un lavoro che duri più di un mese, schifo non mi fa :P).
A te Giorgio auguro tanta serenità, ti ringrazio per il tuo blog e perché sopporti il mio straparlare!!!
«Per essere ammessi in tv bisogna appartenere alla nuova specie televisiva creata negli anni berlusconiani, ma che va ancora di moda. La figura del paraculo, sì, scriva pure così, quello che non si schiera mai, che si mimetizza, che fa del qualunquismo una bandiera». Mi fa degli esempi? «Nomi e cognomi, come faccio nello spettacolo. Bonolis che dichiara di non sentirsi né di destra né di sinistra, Fabio Volo che si vanta di essere qualunquista, Simona Ventura che si definisce equidistante, aggiungendo candidamente di aver lavorato a Mediaset inseguita dal pettegolezzo di essere l’ amante di Galliani e di averlo lasciato credere». Altri nomi? «Gene Gnocchi, Fiorello, Fabio Fazio, Baudo stesso». Personaggi molto diversi fra loro. Dove sta la `colpa’ ? «Sono gli eroi dell’ opportunismo tv, quelli con la maschera patinata. Lavorano rispettando la condizione di non disturbare, non accorgendosi che l’ opportunismo è una forma di corruzione». Ma ci sarà qualcosa e qualcuno che si salva, oppure la satira è morta? «Finchè sarà la politica a stabilire non solo ciò che si può dire, ma anche chi lo dice e in quale modo, vuol dire che l’ ambiente è irrimediabilmente inquinato. Al massimo viene tollerata l’ allusione blanda, la comicità alla camomilla, ma questa non è satira»
Ha vinto il lavoro nero!
Ha vinto l’evasione fiscale, che altrimenti come fai?
La psicologia e la matematica servono a vincere le elezioni e a conquistare il potere?
Io penso di sì.
Come si fa?
Semplice:
usando potenti mezzi di comunicazione (TV) si cerca di creare una certa visione del mondo, dove le cose futili sono più importanti delle cose serie
si eseguono sondaggi su ciò che la gente pensa, desidera e sulle sue aspettative
si promette alla gente quello che essa desidera
una volta conquistato al potere, sempre con i potenti mezzi di comunicazione, si racconta che si sta procedendo spediti verso la realizzazione di tutti i desideri
Altra abile mossa: creare una stupida opposizione nella quale gli “irriducibili” si possano identificare ma che abbia come caratteristica la totale inconcludenza, della serie “can che abbaia non morde” (Vedi Beppe Grillo & Co.) In fondo è soltanto l’altra faccia della medaglia.
Lo avevo utilizzato come commento subendo la prima censura nel MEETUP nazionale DEGLI amici di Beppe Grillo. Poi il link era stato cancellato e oggi l’ho rimesso al suo posto …
Resta di fondo un concetto: siamo tutti coinvolti nei guai di questo mondo crudele … Nessuno di noi può sentirsi innocente. Ognuno dei nostri gesti quotidiani, come usare il frigo o accendere l’auto per andare a lavorare, causa danni al cosiddetto terzo mondo. E nessuno di noi ha voglia di fare veramente qualcosa di diverso.
Molte voltemi capita di pensare una risposta in musica o rivedendo la scena di un film, adatta ad esprimere un sentimento particolare, uno stato d’animo o che calza a pennello per rispondere a qualcuno …
Tante piccole storie, da utilizzare come una punteggiatura, inserendole in un discorso più complicato, come quando ti ritrovi invischiato in una ragnatela …