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Ciao Willy !

È stato ucciso vigliaccamente, senza nessuna possibilità di difendersi. Voleva soltanto mettere pace e salvare un suo amico da un pestaggio. Nessuna pietà per lui. Anzi, anche dopo la sua morte insulti e disprezzo.

Per fortuna non tutti sono così. Sono stato profondamente colpito da questa triste storia. E così ho lanciato una petizione su www.change.org che in pochi giorni ha raccolto già quasi 70.000 firme per assegnare una Medaglia d’Oro al Valor Civile alla memoria a Willy.

Grazie a tutti coloro che hanno firmato e a chi firmerà. Sono la testimonianza di un’Italia che ha ancora dei sentimenti, che partecipa al dolore degli altri, che non si gira dall’altra parte. Un’Italia empatica.

Tra i numerosi commenti che ho letto in questi giorni, ne segnalo due, con cui concordo pienamente.

Lorenzo Tosa su Faceboock:
Ecco, io capisco la rabbia perché è anche la mia. Capisco anche la sfiducia, la frustrazione. Ma, per favore, evitiamo di evocare la pena di morte, che per fortuna in Italia è stata abolita da un pezzo. Evitiamo frasi come “marcire in galera” che non fanno onore alla civiltà che abbiamo conquistato. Evitiamo la legge del taglione, la vendetta come presunto lavacro di massa che non ha mai risolto nulla, ma ha solo sedimentato odio su altro odio. Non c’è modo migliore per onorare la memoria di Willy che chiedere, anzi pretendere, giustizia. Non diventiamo neanche un briciolo di quello che vorremmo combattere. Grazie.

Davide Falcioni, sempre su Facebook:
“Cari amici, quando invocate la tortura, lo stupro in cella, la pena di morte, ma anche quando chiedete che per gli assassini di Willy venga “gettata la chiave”, non affermate nessun principio democratico né dite nulla di diverso da quello che dicono ogni giorno Salvini o Meloni per racimolare un po’ di voti.

Vi consiglio un libro di Nuto Revelli intitolato “La Guerra dei Poveri”. Revelli, dapprima convintamente fascista, è un tenente degli Alpini e parte volontario per la campagna di Russia. È lì – in quel massacro inutile di centinaia di migliaia di disgraziati italiani mandati da Mussolini a morire di stenti con le scarpe di cartone a 50 gradi sotto zero – che giorno dopo giorno Revelli matura un odio viscerale verso fascisti e tedeschi tanto da diventare dopo l’armistizio il comandante di una banda partigiana della formazione Giustizia e Libertà.

Nel libro, scritto in forma di diario, Revelli racconta spesso la cattura dei fascisti della legione Muti operante nel cuneese: gente spietata che – protetta dai nazisti – razziava i contadini, massacrava e torturava civili, incendiava interi paesi. Ebbene, dopo la cattura di questi infami la raccomandazione costante del comando partigiano era di non torcere loro neanche un capello, neanche per ottenere informazioni vitali: andavano interrogati e talvolta fucilati, ma mai picchiati, umiliati né forzati a rivelare alcunché. Revelli diceva: “Dobbiamo sempre dimostrare che siamo diversi dai neri”. Ecco, dimostriamolo anche noi.

Questo il testo della Petizione, rivolta al Presidente della Repubblica ed al Ministro dell’Interno. Se volete potete firmare anche voi QUI

Willy Monteiro Duarte è un eroe.

È intervenuto per portare PACE in un pestaggio, affrontando alcuni energumeni.
Ha perso la vita per il suo senso civico, per opporsi alla violenza. Non è da tutti.

Il suo sacrificio va premiato. Il suo nome va ricordato come un grande esempio per tutta la società civile. 
Chiediamo che gli venga assegnata una Medaglia d’Oro al Valor Civile.
Un riconoscimento dovuto alla sua memoria.

Grazie ancora a tutti e soprattutto agli amici di change.org che hanno preso a cuore la questione e si sono prodigati per permetterne una vasta diffusione.

Un forte abbraccio alla famiglia di Willy. Il loro dolore è quello di tutti noi.