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Ciarlatani a confronto: da Beppe Grillo a Paolo Barnard, tra certificazioni e trasparenza …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Guarda guarda, anche nel caso di Paolo Barnard per essere attivisti DOC della MMT serve il bollino blu del Grande Capo.

Tutto già visto, o no?

Andiamo un attimo indietro e vediamo che fece il Grillo:

“Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno avranno lacertificazione di trasparenza “beppegrillo.it”. Tra i requisiti ci saranno, ad esempio, il non essere iscritti a partiti ed essere incensurati.”

E poi ecco il sistema di certificazione per presentarsi alle elezioni, facilmente ottenibile da (quasi) chiunque.

Oggi spunta Barnard con la sua MMT che è l’unico a detenere la

  certificazione DOC.

Ma egli afferma che

“Chiunque si fregi di essere un attivista MMT senza un confronto con quel gruppo, non offre garanzie di rigore teorico e di serietà. Naturalmente chiunque può attivarsi presso la scuola MMT della UMKC per ottenere la medesima certificazione che quel gruppo ha ottenuto.”

Ecco pronto un altro gruppo che NON ENTRA IN POLITICA, ma che propone come salvezza di tutti i mali la semplice emissione di moneta sovrana da parte di uno Stato che spende a deficit positivo.

Perciò ragazzi attenzione, per fare la rivoluzione occorre un bollino e una certificazione DOC, tutto sotto gli occhi dei “golpisti” che hanno distrutto la democrazia e che lasciano fare rivoluzioni “certificate”…

A me viene da ridere, però …

A proposito di trasparenza di Paolo Barnard:

ORGANIZZAZIONE DEL SUMMIT MMT DI RIMINI:

Paolo Barnard:  12 Dicembre 2011
Al raggiungimento del numero minimo necessario, pubblicherò la lista piena dei nomi su questa pagina del mio sito.

Paolo Barnard: 26 Gennaio 2012

Questo evento costerà alla fine oltre 65.000 Euro, e forse più. Tutte spese vive, zero compensi o mance.

Paolo Barnard:  11 Marzo 2012:

non posso pubblicare la lista integrale delle donazioni per Rimini per via della privacy dei quasi 2000 donatori, ma ho invece pubblicato le spese sostenute.

QUI  (1 Marzo 2012) Paolo Barnard, dopo un breve piagnisteo sulle sue misere condizioni economiche, illustra tutte le spese relative al SUMMIT MMT. Se fate la somma avrete la cifra di:

49724,40 €

Bravo, circa 15.000 euro in meno delle previsioni.

Paolo Barnard scrive di “quasi 2000 donatorianche se ha confermato 2188 partecipanti al summit.

Ma diamo per buono molti ingressi liberi e prendiamo quel quasi 2000 per 1900, giusto?

1.900 x 40 = 76.000 €

76.000 – 49.724,40 = 26.275,60 €

Attenzione, non voglio insinuare che il buon Paolo Barnard abbia incassato da questa operazione circa 25.000 €, voglio solo far notare che la tanto sbandierata trasparenza è alquanto lacunosa.

Tutto qui.

Una matematica banale che mette in crisi uno che si spaccia per economista DOC ?

Bah, io mi fido poco e tu?

🙂

 

Scilipoti, un Cristiano da non imitare: meglio censurare che chiedere scusa!

 

Scilpoti crede nei valori cattolici, difende il Crocifisso e chiede rispetto per la Chiesa.

Benissimo, pertanto avrà a cuore prima di tutto i 10 comandamenti.

Il nono comandamento recita: Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

Invece Scilipoti ha detto falsamente di CONOSCERMI e che sono un militante dell’IDV.

2 FALSITA’

Inoltre, difronte ai miei reclami nella sua pagina Facebook, invece di scusarsi e ammettere il suo errore, mi ha bannato dalla pagina e cancellato quanto da me scritto, dialogando tra l’altro con un suo simpatizzante, anch’esso censurato.

 

QUI tutta la pagina censurata

A questo indirizzo la pagina come si presenta oggi con ben 6 commenti spariti. (per chi riesce ad accedervi.)

http://www.facebook.com/notes/domenico-scilipoti/salute-scilipoti-mrn-verso-il-riconoscimento-legale-dellattivita-di-formazione-i/10150363095631105

Questo è il senso Cristiano di Scilipoti? Questo il suo amore per la Verità? Per la trasparenza?

Vergogna!

Potevo non incazzarmi?

🙂

N.B. Si ringrazia Picenooggi.it per la foto.

Articolo correlato:

Il blogger Mancuso al peones Scilipoti: “Ha detto di conoscermi, non è vero” – Picenooggi.it

La bugia di Scilipoti. Quando mancano gli argomenti…

Scilipoti corre a votare per salvare Berlusconi

Ho partecipato all’incontro svoltosi a Colli del Tronto il 10 Ottobre 2011 con Domenico Scilipoti.

Scusate, ma chiamare onorevole l’elemento in questione mi viene troppo difficile.

Avevo avuto notizia dell’incontro da Facebook non ho perso l’occasione di poter sentire con le mie orecchie cosa offriva il piccolo salvatore della patria.

Non nascondo tutta la mia ostilità per Scilipoti. Anche sua è la responsabilità di aver lasciato l’Italia inchiodata per un anno ad aspettare i comodi di Berlusconi, senza concludere nulla di nulla.

Era in atto una contestazione organizzata da PD e IDV e, mantenendo una certa distanza, ho simpatizzato per i contestatori, inizialmente interrompendo e commentando le parole di Scilipoti.

Scilipoti non si è lasciato perdere l’occasione di apostrofare un ex collega dell’IDV definendolo “un mediocre”, dicendo che “suo padre è sfortunato ad avere un figlio come lui”, invitandolo a “stare zitto che non sai quello che dici” e cortesie di questo genere.

Poi, nel corso del monologo, Scilipoti si è definito un buon Cristiano animato dall’Amore.

Io frasi del genere rivolte al proprio prossimo non le ritengo degne di una persona civile, figuriamoci di un buon Cristiano!

Per farla breve i contestatori sono andati via e Scilipoti ha  parlato del signoraggio bancario, vecchia bufala cavalcata anni or sono da Beppe Grillo, ma ormai non ci crede più nessuno.

Ma il meglio di sé Scilipoti lo ha dato parlando delle lobbies farmaceutiche, contro cui si è scagliato con ogni forza.

O bella, ma io sono anche d’accordo!

Poi però mi domando, e domando a Scilipoti:

come può un uomo che combatte le lobbies farmaceutiche appoggiare un governo dove il Ministro della Salute Fazio è sposato con una imprenditrice dell’industria farmaceutica, in palese conflitto di interessi?

Poi ho ringraziato Scilipoti per aver contribuito a rendere l’Italia un Paese in sala operatoria, in questo anno di paralisi totale ed ho aspettato la sua risposta.

Scilipoti non ha risposto sulla cortesia riservata al pubblico contestatore, non ha risposto sul signoraggio, ma ha cominciato a raccontare cosa sta cercando di fare lui per gli informatori farmaceutici.

E gira e rigira e continua a rigirarci intorno alla fine Scilipoti ha affermato che a lui non interessa nulla di sapere con chi sia sposato il ministro. Che incoerenza! Perché il nostro Scilipoti, che tanto critica le lobbies  farmaceutiche ha sempre alzato la manina di corsa per salvare Berlusconi e il suo governo di gente impelagata negli affari finanziari e anche farmaceutici.

Ho detto un paio di volte “ma che ci azzecca” è tanto è bastato per farmi identificare come militante dell’IDV!

Un tipo non meglio identificato si è alzato e mi è venuto addosso dicendomi che voleva vedere se ad un’assemblea diversa avrei potuto intervenire così, ed io ho fatto presente che non sono dell’IDV né del PD.

I carabinieri sono intervenuti per fermare il tizio, che sembrava proprio volesse aggredirmi.

A quel punto Scilipoti ha mentito spudoratamente dicendo di conoscermi e di sapere che io sono dell’IDV, dandomi del bugiardo.

Ed è stato allora che sono andato verso il tavolo della presidenza di fronte al bugiardone dicendogli che stava mentendo, con foga ma con rispetto, dando del Lei mentre questi mi apostrofava con il tu.

Una scena pietosa! I carabinieri mi hanno semplicemente invitato a stare un po’più tranquillo.

Resta un semplice fatto: Scilipoti è un grande INCOERENTE e un grande BUGIARDO.

Dicono anche che sia un VENDUTO, ma queste sono voci maligne  a cui non voglio dar credito …

Articoli e video sull’episodio:

QUI si vede bene cosa è successo

«Scilipoti buffone», ma “Il re dei peones” contestato a Colli contrattacca – Il Segnale

Scilipoti contestato a Villa Picena. Volano parole grosse e un blogger s’incavola – Piceno Oggi

Prima parte contestazione – You Tube

Seconda parte finale – You Tube

Commenti su Facebook   ATTENZIONE:

Ovviamente il “democratico” Scilipoti ha censurato i commenti miei e del suo sostenitore Stefano Agranni nella sua pagina Facebook! 

Trovate QUI la pagina salvata

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Una domanda a Paolo Barnard: che differenza c’è tra Dio e la banca giapponese?

Domanda di riserva: perché il Burundi non è il paese più ricco del mondo?

Come mai queste domande?

In realtà le domande sono per il fan di Barnard Alessandro, che tanto lo sostiene, mentre il nostro Paolo non si scomoderà così tanto da rispondere, considerando che io, ovviamente sono molto più cretino di sua Nonna

Alessandro mi scrive:

” E’ strano che di tutto il discorso tu non capisca la cosa basilare: che qualcuno crea dal nulla i soldi.” 

Però Alessandro non hai risposto alla mia domanda: che differenza c’è tra Dio e la banca giapponese?

In effetti il problema non è stampare le banconote, ma rispettare il valore che queste banconote hanno come potere di acquisto QUI e ORA. Per esempio 1000 euro non mi servirebbero a nulla nel 1820 come con ogni probabilità non serviranno a nulla nel 2400.

Altrimenti, se l’unica cosa importante è la capacità di uno Stato di battere moneta propria, mi spieghi come mai il Burundi, che ha come moneta il  franco del Burundi (1 euro = 1.701,55  BIF ), non è un paese straricco?

E’ un paese dove vige il coprifuoco, probabilmente a causa della miseria che induce la popolazione a rubare appena ne hanno l’occasione!

“A Bujumbura, il coprifuoco è imposto da mezzanotte alle 5 del mattino. Tuttavia, fin dalle 20:00, bisogna fare attenzione in tutti i quartieri della capitale. All’interno del paese, vi sconsigliamo di circolare sull’intero territorio. Per gli spostamenti professionali inevitabili, le norme di sicurezza devono essere rigorosamente rispettate ed è necessario informarsi sulla situazione presso le autorità locali.”

Ne deduco che il potere di acquisto di una moneta è dato dalla ricchezza dello Stato che la emette e dalla fiducia di chi la usa: essa deve poter trasformarsi in beni o in servizi.

Perciò noi ci fidiamo delle capacità di ripresa dei Giapponesi e ci fidiamo della loro moneta e della loro capacità produttiva, mentre delle risorse del Burundi ce ne facciamo ben poco.

Nello stesso modo, se andiamo avanti così, distruggendo i nostri patrimoni invece che valorizzandoli, piano piano nessuno si fiderà più dell’Italia, e non c’è Lira o Euro che tenga!

Ho studiato un pochino, compatibilmente al mio poco tempo disponibile, nel modo più banale, su Wikipedia.

Ecco qualche notazione che fa riflettere:

BANCONOTA 

Lo scoppio della Prima guerra mondiale portò ben presto alla svalutazione della moneta cartacea, addirittura rovinosa per il marco tedesco: il finanziamento delle spese belliche era avvenuto infatti attraverso l’emissione di moneta cartacea.

MONETA 

Nelle economie rinascimentali chi dispone di metallo prezioso (oro o argento) può portarlo alla zecca, gestita da chi esercita il potere politico, perché diventi moneta. La zecca trattiene parte delle monete coniate per coprire le spese di coniazione e come signoraggio.

Il signoraggio e le spese di coniazione impediscono che il valore nominale delle monete coincida con il valore intrinseco, che dipende dalla quantità di metallo prezioso (spesso l’oro) in esse contenuto; questo serve anche a proteggere la moneta dal pericolo d’essere usata come metallo e non come valuta.

L’impiego di monete metalliche in oro o argento consente di regolare facilmente gli scambi internazionali perché i metalli preziosi sono accettati ovunque. Chi riceve in pagamento la moneta di un paese straniero può usarla anche nel proprio, se è accettato l’uso della moneta straniera, oppure fondendo il metallo prezioso e usandolo per coniare monete accettate nel proprio paese.

(…)

La moneta è infatti un mezzo di scambio che serve a regolare gli scambi. Più grande è il prodotto interno lordo di un paese, più numerosi sono gli scambi e maggiore è la quantità di moneta necessaria a regolarli.

(…)

l’inflazione è correlata non solo alla quantità di moneta emessa, ma al rapporto di questa con la ricchezza reale prodotta, che non è misurabile in termini di riserve in oro o metalli preziosi, ma di presenza di beni e servizi. La quantità di metallo prezioso estraibile non è correlata alla ricchezza prodotta, né un Paese è ricco perché possiede molte riserve, o necessariamente è obbligato a tenerne in proporzione alla sua crescita economica. L’assenza di un obbligo di riserva, per evitare abusi nell’emissione di moneta, è compensata da un sistema di governance che affida la coniazione ad autorità indipendenti, che hanno il compito di regolarla in modo da evitare l’inflazione.

(…)

La circolazione della moneta e quindi il riconoscimento del suo valore nominale dipendono solo ed esclusivamente dalla fiducia che chi riceve in pagamento una certa quantità di denaro ha di poter cedere a sua volta tale denaro ad altri soggetti in cambio di altri beni e servizi. Questo “meccanismo fiduciario” garantisce che il valore nominale sia anche il valore reale della moneta.
In sintesi, le monete cartacee oggi usate (totalmente svincolate dalle quantità di metalli preziosi) hanno valore in quanto mezzo di pagamento stabile riconosciuto nell’economia di un certo paese:

  • la stabilità è garantita dal controllo sull’emissione da parte delle banche centrali (la crescita dell’offerta di moneta deve essere infatti in linea con la crescita dell’economia, altrimenti eventuali eccessi si riproducono nel lungo periodo come inflazione);
  • il riconoscimento come mezzo di pagamento è garantito dalla legge;
  • infine il potere d’acquisto stabile e giuridicamente riconosciuto della moneta è rilevante solo in quanto può essere rivolto a beni e a prodotti finanziari desiderati, che sono prodotti e offerti dal paese in cui circola quella moneta.

In pratica, nessuno di noi accetterebbe un “pezzo di carta” in cambio di un bene, se quel pezzo di carta non ci consentisse di acquistare altri beni, se esso perdesse il suo valore nell’intervallo di tempo in cui lo deteniamo prima di scambiarlo con un altro bene, se esso attribuisse un potere d’acquisto puramente formale in un’economia di fatto improduttiva e inesistente.

DENARO

Il denaro a corso legale è quel denaro non coperto da riserve di altri materiali. Al denaro viene dato un valore grazie al fatto che esiste un’autorità (ad esempio un governo) che agisce come se ne avesse. Se un’organizzazione abbastanza grande emette, usa ed accetta qualcosa come pagamento per fatture o tasse, automaticamente quel qualcosa acquisisce valore, dato che è riconosciuto come mezzo di scambio.

 Gli Stati Uniti passarono definitivamente al denaro a corso legale nel 1971

 

Alla luce di queste considerazioni, non voglio assolutamente negare che siano in corso speculazioni di tutti i tipi sulle nostre esistenze, né che esistono persone che se ne fottono se milioni di persone perdono il lavoro in Italia o in Grecia, ma rendiamoci conto che ognuno di noi è anche responsabile della miseria del Burundi, dell’esistenza del coprifuoco in quel Paese e di condizioni di vita penose nonostante la possibilità di quello Stato di emettere moneta.

Noi consideriamo il mondo come se l’unica realtà esistente fosse il nostro mondo occidentale, mentre tutto il resto è considerato soltanto come un inutile fardello, o peggio, una miniera dove estrarre ricchezze a basso costo.

Tuttavia ci sarà ancora qualcuno in Burundi, o in Amazzonia, o chissà dove che non possiede nulla, se non un territorio e la sua capacità di procurarsi un po’ di cibo, non conosce neanche la moneta, né il lavoro o la disoccupazione, ma vive beatamente senza le preoccupazioni di un impiegato europeo che vede il licenziamento nel suo prossimo futuro che lo costringeranno a rinunciare alle due auto in famiglia e alla lavastoviglie.

Pensiamoci …

 

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Bravo Barnard, facci sognare!

Paolo Barnard – Nonna, ti spiego la crisi economica4

“Te l’ho già detto tempo fa: le famiglie non possono coltivare i soldi nell’orto; lo Stato sì, se li inventa dal nulla.”

Quando io leggo una frase del genere, mi sembra di leggere una idiozia colossale, perché farò parte della grande massa di idioti che crede alle barzellette dei Grandi Poteri Occulti, però esiste un principio che in natura credo sia accettabile:
NULLA SI CREA E NULLA SI DISTRUGGE.
Allora il discorso di Barnard, che fa leva sulla frase precedente, crolla in un nanosecondo.
O sbaglio?

Non voglio avventurarmi a discutere di economia, voglio solo raccontare un pezzettino di vita vissuta.
Conoscevo un’azienda nella bergamasca che produceva filati, prodotti per l’industria manifatturiera.
Macchinari costosi, operai, produzione.
A un certo punto il suo prodotto è diventato inutile, a causa delle offerte arrivate dalla Cina.
Tutta la fabbrica non ha più alcun valore, i macchinari sono obsoleti, e tutto diventa una grande perdita.
Attenzione ad andare perdute sono gli oggetti, le macchine, i materiali, le strutture e il lavoro di chi contribuiva alla produzione.
La perdita di denaro è soltanto il SIMBOLO di una perdita REALE.
Si capisce?

Detto questo, bravo Barnard, facci sognare !!!

Per non parlare del tributo a Berlusconi, come ci fa notare Lameduck

Ma oggi Barnard sarà ancora più contento del grande statista che sta guidando coraggiosamente la nostra barchetta Italia nella tempesta internazionale, bocciando l’Euro …

Attenzione: non voglio dire che non ci sia nessuna speculazione sulla pelle della gente, però credo che semplificare e banalizzare tutto con questa favoletta sia un’assurdità.

Su invito di Alessandro ho cominciato a leggere le spiegazioni alla Nonna …

Capisco meno della Nonna di Barnard, che ci volete fare ? Ognuno ha i suoi limiti …

Una chicca: guardate cosa fa la gente davanti a un albero di soldi! Incredibile!  E’ carino …

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Il Nichilismo di Paolo Barnard.

Sabato sera ho partecipato all’incontro con Paolo Barnard ad Ascoli Piceno.

Barnard ha concentrato in circa 90 minuti il suo lavoro Il  più grande.crimine

Non sono esperto di economia, ma indubbiamente la sua visione della realtà economica internazionale, la perdita di potere degli stati europei dovuti alla impossibilità di stampare moneta e di legiferare, delegando tutto ai burocrati non eletti dell’Europa, è molto affascinante.
Ripeto: a occhio e croce mi sembra che nella logica di Barnard  (per sanare il debito pubblico è sufficiente che lo Stato sovrano stampi moneta a piacere) ci sia qualcosa che non funziona. Ma proprio “a naso”.

Chi fosse interessato all’argomento e volesse leggere una voce critica propongo questa.

Ma al di là degli aspetti economici, sono interessato ad alcuni aspetti del pensiero di Barnard, che non erano in tema nella serata. Io credo che concentrarsi troppo sull’economia sia anche un modo squilibrato di affrontare l’esistenza, dove l’economico sembra essere il segreto della felicità e gli aspetti di relazione, affettivi, i nostri sentimenti, la modalità di rapporto di natura simbiotica vengono messi in secondo piano senza diventare oggetto di studio e di ricerca. Ciò non significa che non sia lecito e doveroso interessarsi di economia, ma che, a mio parere occorre sempre tenere presente che ci sono aspetti della vita anche molto più importanti. Non si spiegherebbe altrimenti come sia possibile trovare casi di suicidio anche tra persone ricche sfondate.

Vorrei fare alcune osservazioni, che ho tentato di proporre anche nel dibattito, ma che non ho avuto modo di sviluppare.

Nel corso della conferenza Paolo ha spiegato che non vi è più alcuna differenza tra destra e sinistra e che una democrazia che ti permette di scegliere soltanto tra 2 contendenti (“lo schifo e l’orrore”)…

Ascolta QUI
L’unica soluzione proposta da Barnard sarebbe quella di non votare e di aggiungere sulla scheda elettorale una casella per scegliere “nessuno di questi” al quale poi corrispondano sedie vuote in parlamento. In tal modo, secondo lui, sarebbe possibile infine mandare a casa l’intero parlamento.

Io voglio ancora illudermi che una differenza ci sia, che sia possibile un progresso magari molto lento, ma che la nostra limitata possibilità di scegliere abbia ancora un significato.

Certo, la rappresentazione in parlamento delle sedie vuote per gli astenuti (anche per i non votanti) potrebbe essere significativo. Tuttavia io preferirei avere in parlamento e al governo qualcuno con cui poter dialogare e richiamare ad alcuni principi di fondo. Lo scrivevo già quattro anni fa ne “La Ragnatela del Grillo” nel Capitolo 4:

Cerchiamo di capirci un po’ meglio: io non sono d’accordo che chiunque vinca tanto è tutto uguale ! Questa, secondo me, è la via della impotente depressione ! Intendiamoci: il mio cuore batte a SINISTRA. QUANDO PER SINISTRA SI INTENDE: DEMOCRAZIA, DIRITTI CIVILI, SVILUPPO DEL PENSIERO AUTONOMO E INDIPENDENTE DELLA PERSONA, RISPETTO DELLE MINORANZE ETC ETC. POI possiamo discutere su quale sinistra si muova in modo + intelligente, ma l’antifascismo è un valore FONDAMENTALE sul quale non ho neanche interesse a discutere. Io mi sto riavvicinando alla vita politica, e anche partecipando a questo group, sto indagando dove ci possano essere spazi per esprimersi e cercare strade per migliorare. Non è detto, per me, che in tutti i partiti non ci sia nessuno spazio e TUTTI siano solo una banda di ladroni ! Ci sono sicuramente persone oneste e preparate che cercano di dare il loro contributo (anche a destra capita …) Però si può indagare insieme e verificare quali aperture ci sono nelle varie realtà locali …”

O anche nel Capitolo 13:

“Non ho inventato io certe categorie, servono a tutti per orientarci nel mondo.

Destra richiama conservatorismo tradizionalismo, nazionalismo e reazione

Sinistra ha a che fare con progressismo, riformismo, socialismo, uguaglianza sociale, comunismo e anarchismo.

Far finta che queste categorie non esistano è pura ipocrisia, è in definitiva QUALUNQUISMO! Anche se le generalizzazioni non mi piacciono, ma bisogna pur avere qualche punto di riferimento.”

Nella storia la lotta tra destra e sinistra ha visto lacrime e sangue e io non credo, come pensa Barnard, che la storia sia finita negli anni 80. Credo piuttosto che la sinistra abbia perso completamente la bussola, non abbia più un riferimento ideologico, come il comunismo, che, nel bene ma soprattutto nel male, è rimasto per circa un secolo un punto di riferimento fondamentale, da criticare finché si vuole, ma comunque una meta ideale da raggiungere, sia pur dopo innumerevoli correzioni per le aberrazioni che quasi tutta la sinistra ha sempre riconosciuto, fin dagli anni 60, quando si criticava aspramente l’invasione della Cecoslovacchia da parte dei carri armati dell’URSS.

La caduta del muro di Berlino ha rappresentato la fine di un epoca, di una minaccia per l’Occidente che soltanto Berlusconi continua ad evocare come uno spauracchio per motivi propagandistici.

Eppure non si capisce più quale potrebbe essere l’ideale per la sinistra. Se non rivediamo una posizione centrale della persona umana, un rispetto dei diritti, un’attenzione per i bisogni naturali, per la cultura, per la conoscenza del significato della propria esistenza non come puro e semplice meccanismo produttivo, ma come persona dove i sentimenti e le emozioni sono preponderanti nella bilancia del benessere.

Questo aspetto viene invece colto maggiormente oggi dalla chiesa (che si richiama alla spiritualità) e cavalcato da Berlusconi (con il suo “partito dell’amore”)

Sono modi rozzi ma efficaci per attrarre un consenso altrimenti perduto.

La sinistra di fronte a tutto ciò rimane ubriaca ed intontita, senza comprendere e valorizzare le esigenze di ogni persona e richiamandosi soltanto ad un vano “più soldi per tutti” che rischia di apparire come una semplice truffa (considerando l’ipocrisia di tutti i nostri ricchi politicanti).

Io credo che, nonostante tutto ciò, abbia ancora un senso essere di sinistra e mi dispiace che, alla fine dei giochi, una persona come Paolo Barnard, che apprezzo per la sua volontà di capire il mondo, si riduca alla fine dei giochi a pensarla come Beppe Grillo che tanto critica: parlamento tutti a casa, destra=sinistra, non votiamo e, in ultima analisi, il risultato, seppure infarcito di un’altissima coscienza dello stato delle cose, diventa un semplice qualunquismo. Un inutile nichilismo.

Infine Barnard si lamenta delle migliaia di opinioni che si possono incontrare in Internet o, ancora peggio su Facebook.

Ascolta QUI

Barnard ha messo in rilievo come la partecipazione della gente alla vita democratica sia praticamente scomparsa nel nulla e come gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione, come internet o Facebook, non facciano altro che aumentare la confusione con la creazione di innumerevoli fonti, gruppi e posizioni spesso contrastanti e incompatibili tra di loro che creano, secondo Paolo, una specie di overdose di informazione che porta la gente a disinteressarsi di tutto a causa della eccessiva confusione.

Cioè da un lato si lamenta delle scelte ridotte del bipolarismo, destra o sinistra interpretate come schifo od orrore, mentre dall’altra si lamenta delle voci troppo numerosi ed assordanti che ritroviamo su Facebook, dove centinaia di gruppi si affollano a gridare la loro opinione.

Ma Facebook ed internet non sono altro che uno specchio della società.

Siamo noi che decidiamo come utilizzarli. Sono spazi enormi pieni di tutto e di più, ma siamo noi che selezioniamo di cosa interessarci al suo interno.

Lo dice lo stesso Barnard rispetto alla informazione televisiva:

“Lo scadimento dell’informazione in questo Paese riflette ciò che noi siamo, in tv particolarmente.”

Noi siamo liberi di scegliere un programma televisivo premendo il tasto del telecomando, ma caro Paolo, io la TV la guardo veramente poco, ma devo dire che la nostra scelta è davvero molto limitata e quasi sempre ci porta a  trasmissioni a dir poco nauseanti. Risponderai che potevamo pensarci prima e scegliere di seguire programmi diversi piuttosto che Mediaset, ma tuttavia potrai riconoscere che l’occupazione degli spazi televisivi negli ultimi 30 anni da parte del Signor B. si è allargata a macchia d’olio. E il risultato odierno, al di là delle analisi delle colpe è che la TV è una schifezza!

Almeno Internet permette una scelta MOLTO più vasta.

Sul fatto poi che nessuno va più in strada perché rincoglioniamo tutti dietro a una tastiera, mi sa spiegare il nostro Paolo perché di fonte a queste rivolte popolari in Egitto come in Libia si cerca subito di chiudere Internet, Facebook e Twitter?

Al di là di tutto mi ha fatto veramente piacere poter salutare e stringere la mano a Paolo Barnard.

Siamo usciti così dalla comunicazione virtuale, ci siamo potuti guardare in faccia e sentire una vicinanza al di là di tutto, delle opinioni differenti. Una comune volontà di continuare a ricercare una verità che sta comunque in fondo al pozzo.

Qualcosa in comune l’abbiamo senz’altro: siamo entrambi psicologi e praticamente coetanei !