Ricordi
lontani e vicini
vivi e sbiaditi
canzoni come sculture
scolpite nel tempo
datate come un vino
attuali o improponibili
è soltanto una questione
di memoria.
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Natale, a volte, è un’emozione.
Natale è una lacrima per una stupida cravatta,
un’altra lacrima per qualcuno che non c’è più
e per qualcuno che forse non ci sarà domani,
come tutti noi.
Quando domani è un giorno come un altro
che comunque arriverà,
anche se, a volte,
specialmente essendo giovani,
che la fine sembra così lontana
da sembrare impossibile,
invisibile e irraggiungibile,
ci facciamo male inconsapevoli,
che il rischio sembra soltanto
il pepe della vita.
Volersi bene è una conquista,
non è un automatismo.
Andiamo tutti verso la morte,
ma forse possiamo ancora usare
differenti velocità
per il nostro emozionante viaggio,
cercando di renderlo
delizioso e infinito.
Fresco e impaziente
Sei incazzato con me
neanche tu sai perché
io ti amo (e tu no?)
non ti chiedi però
quella testa che hai
come mai come mai
è una zucca un po’ mia
che si incazza e va via
A te sembra che andare
più lontano che puoi
sia come volare
è questo che vuoi
Ma poi ecco, ti manca
il calore che ho
un rifugio una panca
per piangere un po’
Ti senti infelice
ti senti distante
non credi alla forza,
all’amore che può
Adesso tu credi
nell’amore vero
solo per un donna
allora è sincero
L’amore in famiglia
è roba antiquata
non credo mi piglia
è acqua passata
Eppure lo sento
che ti fa sbroccare
se mi ami sei nero
se mi pesti stai male
Un corto circuito
che non sai spiegare,
lo stereotipo dice
di mandarmi a cagare
Ma quando lo fai
poi ti senti una merda
è tanto normale
è un’età surreale
Se vuoi bene
è vergogna,
se rifiuti
è tristezza.
Accettare l’amore
così come lo pigli
la sua storia vissuta
siamo tutti dei figli
Una parte di te
che si stacca da me
è l’amore che unisce
ma che anche permette
di partire e di andare
che puoi sempre tornare
in un porto sicuro
nell’abbraccio che accoglie
La radice che tiene
le tue foglie impazzite
la tua voglia di vita
che nessuno trattiene
Non mi muovo lo sai
tu lo sai che ci sei
ed un giorno vedrai
arrivi anche da lei.
Cielo
Gringa nel Cielo by Sabine Meyer
Personalità,
guardare dritto negli occhi
senza paura
senza sfida
con semplicità.
Musica senza tempo
gioia e malinconia
di un tempo che non torna
che il futuro è sempre una luce.
Ritmo
sincopato come nell’amore
che attende sempre
il tuo tono migliore.
Grazie a Gringa e a Sabine Meyer
Heaven
Everyone is trying to get to the bar.
The name of the bar, the bar is called Heaven.
The band in Heaven, they play my favorite song.
They play it one more time, play it all night long.
Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.
Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.
There is a party, everyone is there.
Everyone will leave at exactly the same time.
When this party is over, it will start again
It will not be any different, it will be exactly
the same.
Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.
When this kiss is over it will start again.
It will not be any different, it will be exactly
the same.
It’s hard to imagine that nothing at all
could be so exciting, could be this much fun.
Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.
Heaven, Heaven is a place
a place where nothing, nothing ever happens.
Cielo
Ognuno cerca di arrivare al bar,
Il nome del bar, il bar si chiama Cielo.
Il complesso nel Cielo suona la mia canzone preferita.
La suona ancora una volta, la suona tutta la notte.
Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.
Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.
C’è una festa, sono tutti lì.
Tutti andranno via esattamente allo stesso tempo.
Quando questa festa finisce, ricomincia daccapo.
Non sarà in alcun modo differente, ma sarà la stessa esattamente.
Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.
Quando questo bacio è finito ricomincia.
Non sarà in alcun modo differente,ma sarà lo stesso
Esattamente.
É difficile immaginare che proprio niente
Possa essere così eccitante, o così tanto divertente.
Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.
Il Cielo, il Cielo è un posto
Un posto dove niente, niente mai succede.
Dolore terrorista
sentimenti, passioni, desideri.
Tutto sfocato, quando è padrone del tuo corpo
e della tua mente.
Il dolore sembra sempre infinito,
senza speranza.
Ti conduce in un tunnel
dove vedi solo la morte all’uscita.
Il dolore ti inganna,
anche se sai che presto ti abbandonerà,
diventa il tuo padrone,
e le sue catene sembrano eterne.
Il dolore è un amico sempre vicino a te:
“attento al fuoco”,
se non vuoi che il mio tragico pizzicotto
ti schiavizzi e ti annulli.
Grazie dolore,
compagno inevitabile e casuale,
in quantità variabile
di ogni fragile vita.
(riflessione post-operatoria)
Oltre il confine chissà…
Ci sono confini oltre i quali non si torna.
ci spaventano, che l’ignoto possiamo tentarlo.
ma sempre lasciamo una via aperta per il ritorno.
Il concetto di casa, come rifugio,
come porto sicuro dove mantenere le nostre certezze.
Le nostre coperte, il nostro tepore,
o l’acqua fresca per il sollievo.
Ma pensare che niente di tutto ciò potrà servirci dopo il confine ci spaventa,
anche se poi la libertà non ha più limiti.
Che fare del caldo dove non conosciamo il freddo?
E dell’acqua senza sete?
Eppure non c’è malinconia, che presuppone il ricordo.
Ma oltre il confine non c’è memoria e neanche tristezza.
Il pianto sai, il confine non lo supera mai.
Illusioni di un giorno festivo.
La mente sempre confusa
cerca appigli di verità.
Cerca invano la fiducia,
la certezza limpida.
Trova invece il dubbio
e la paura prevale,
mentre masse di invasati
venerano improbabili divinità.
Ognuno il suo credo
tanto sicuro quanto folle,
anche quando il mito
rivela la sua misera umanità.
Umani imperfetti, sempre
alla ricerca di …
parole inutili che esprimano
la nostra inaccettabile fragilità.
Vorremmo comprendere tutto
ed ignorare il nostro essere nulla,
poco più che un soffio di vita
in un immenso deserto di tempo immobile.
Basta!
Gli spiriti liberi non cancellano nulla,
non chiudono mai, aprono e basta!
Si dimenticano perfino di spegnere le luci
perché non lasciano mai un ambiente,
ma lo attraversano in continuazione.
Non sono mai fermi, ma cercano e guardano
il silenzio sporco, sempre inciso da un segno,
un piccolo significato
che non li lascia mai soli.
E giocano e ridono,
anche se
le false libertà
li vogliono morti.
Tempo perso
Tempo scappa
lo vivo ed è già “ops”
perso, superato dall’attimo successivo,
dove tutto uguale ma niente come prima.
Ovvero tutto simile, ma a volte un istante
separa la vita dalla morte
e allora quel tempo diventa solo memoria
che man mano svanisce. E tradisce.
Ti vedo e ti perdo ti trovo e già vai
libera nei tuoi pensieri
del tuo tempo diverso dal mio.
Poi a volte l’incontro, o lo scontro.
Una fonte di calore ci avvicina
ci unisce magari per un istante magico
e poi il volo continuo e solitario
ognuno le sue ali, ognuno la sua meta.
Come together
E’ mio, è mia.
L’eterna lotta dell’infanzia
Non mi sento me stesso se non è mio.
Tu me lo tocchi, ma sono io che te lo permetto
Altrimenti mi vergogno.
Tu me la tocchi, ma sono io che ti lascio fare.
Altrimenti è violazione, delitto.
Il gioco continua sempre, quando adulti cerchiamo e offriamo,
quando ci sentiamo generosi per una semplice condivisione
o per un passaggio concesso.
Ma se condividere fosse un dovere
ci sentiremmo stuprati
nella nostra identità
che non si forma nell’amore,
ma nella proprietà.
Una identità deviata, insulsa,
costruita nel delirio:
“E’ mio, quindi sono”