Ti parlo di una possibilità e quella di mutare noi, in presenza di maggiore acqua rispetto ai nostri simili laddove è minore, i terreni e le piante ornamentali in commestibili. Ovvero l’intenzione è quella di recuperare, attraverso un’iniziativa da inoltrare con semplice mail al comune di residenza, l’anzidetto potenziale, e quello della crescita gratuita del cibo, anche lungo le acque e vie e soprattutto di proprietà della mano pubblica. Sono del parere che in questa lacuna risiede il potenziale per noi attenuare la sofferenza del nostro simile e quella di produrre noi il cibo in sua vece. Non ti sto parlando di una nuova idea bensì di un nostro recupero come una sola specie e perciò priva di inutile interferenza come lo è per esempio ogni nostra comunità con lingua variegata per esprimere la stessa circostanza.
Se ci stai ti basta diffondere i seguenti tre link:
…
https://www.google.com/search?q=fame&newwindow=1&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=G3DKUveYAYSKhQeu94HoBw&ved=0CAcQ_AUoAQ&biw=1750&bih=895#newwindow=1&q=fame+nel+mondo&tbm=isch
Ti aggiungo una breve spiegazione all’anzidetto:
a) noi siamo convinti che la nostra percezione è autentica.
b) tuttavia ci intratteniamo in diverse sfere linguistiche.
c) dette diverse sfere implicano altrettante usanze.
e) ciò significa che noi ci applichiamo in loro difesa.
f) tuttavia, tolte, siamo uguali come organismo.
La domanda adesso è: a chi o cosa è utile intrattenere noi dette diversità?
La diversità è ricchezza, altrimenti è noia.
E’ la stessa diversità che ha significato guerre per ugualmente esprimerla. Per te una ricchezza?
La non diversità…
Mi vuoi spiegare il legame tra l’UGUALE necessità di mangiare e il comunismo cinese?
No, mi dispiace ma non ho tempo da perdere
🙂
Comprendo, ma ti ricordo che sei in contrasto con la legge italiana, costituzione art. 2 e 3.
E infatti è la natura che ti fa sapere che non hai, come me, alcuna precedenza sul simile. E voglio vedere dove vai, dove andiamo, senza.