Ecco i protagonisti
Domenica 22 Maggio ad Ascoli Piceno alcuni ragazzi hanno lanciato l’iniziativa degli abbracci gratis, o Free Hugs.
Ho partecipato molto volentieri diffondendo anche un personale bigliettino:
L’azione nel centro cittadino di Ascoli Piceno ha suscitato un grande consenso. Quasi tutte le persone a cui è stato offerto un abbraccio lo hanno accettato con piacere, ricambiandolo affettuosamente e spesso commentando: “Bravi! Bravi!”
Il sorriso ha sempre accompagnato sia i ragazzi sia le persone che hanno avuto la fortuna di ricevere uno o, il più delle volte, numerosi abbracci.
Sembrava veramente di vedere passare una ventata che regalava serenità e gioia a tutti, anche se, magari, soltanto per pochi attimi.
Sono rimasto particolarmente colpito dall’approvazione delle persone anziane, sempre entusiaste.
Quattro signore non proprio giovanissime, già abbondantemente abbracciate da quasi tutto il numeroso gruppo, hanno “preteso” un caloroso abbraccio anche da me …
Questi ragazzi smentiscono il luogo comune che descrive i giovani come insensibili e indifferenti a tutto e a tutti.
I giovani hanno invece una grande energia, e una grande voglia di esprimere la loro affettività.
Nonostante un mondo che propone quasi esclusivamente “consigli per gli acquisti”.
Mi ha meravigliato invece il fatto che fossi l’unica persona oltre i 20 anni!
Sono stato accolto dal gruppo di ragazzi con la più grande semplicità.
Grazie ragazzi ! Siete grandi !
L’abbraccio ha una grande funzione sociale e terapeutica. Anche all’interno della famiglia è spesso trascurato. Soprattutto durante l’adolescenza si tende ad abbandonare il contatto fisico con i genitori, come fosse un segnale per manifestare la propria indipendenza.
Mentre è vero tutto il contrario: maggiore è la capacità di abbracciare i propri genitori, soprattutto l’omologo, maggiore è la propria reale autonomia.
Il rifiuto o il disamore per l’abbraccio dei genitori rischia di rendere difficile e impacciato anche il contatto fisico tra i coetanei. Anche i genitori, a volte, si “dimenticano” di coccolare un po’ i loro figli “ormai diventati grandi”.
Va bene così ragazzi!
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Una bellissima iniziativa che potrebbe avvicinare molto le persone anche agli immigranti,per farli sentire meno soli.
Cristiana
Fortunatamente sono riuscito anche io ad essere un “huggers” quel giorno e sono tornato a casa la sera con una serenità interiore non indifferente. Diverse persone sono state ben felici di aprire le proprie braccia al nostro affetto, mentre altre, piu diffidenti, si sono limitate a dire “no grazie”, come se un abbraccio avesse un valore commerciale o fosse un qualcosa di pericoloso. Eppure non mi pare di essermi mai rivolto a qualcuno con fare minaccioso quel giorno.
Penso che l’esperienza sia stata per tutti molto carica di emotività e capace di offrire una serenità interiore, come dici bene Giulio.
Tra l’altro ho notato che gli abbracci avevano sempre una connotazione affttiva ma mai una connotazione erotica o un sottofondo sessuale.
Penso anche, rispetto al “no grazie”, che a volte le persone hanno una rigidità molto forte ed il solo pensiero di essere toccate o abbracciate le mette in difficoltà, come se il contatto con l’altro possa rompere un equilibrio molto delicato.
Sono certamente le persone che avrebbero più bisogno di essere abbracciate, ma che purtroppo si negano questo piacere e negano questo loro bisogno.
Questa immagine degli immigranti è molto bella Cristiana. In effetti anche l’incontro con alcuni di loro è stato molto cordiale (puoi trovare qualche foto in Facebook).
Mi fa venire in mente i barconi pieni di gente che sbarcano a Lampedusa. Pensa se ad accoglierli ci fosse qualcuno che li abbraccia …
Potrebbero pensare davvero che l’Italia è un paese accogliente, come è in realtà la gran parte degli Italiani.
Ciao ciao
🙂
Ciao ,
Vedo il tuo sito web http://www.giosby.it ed è impressionante. Mi chiedo se sul tuo sito siano disponibili opzioni pubblicitarie come guest post e contenuti pubblicitari?
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Saluti
olive hicks