Ispirandomi all’ultimo commento di Silvia, che ringrazio, mi è tornata alla mente un bellissimo brano degli Skiantos (originale) che sembra stupido, ma non lo è affatto …
Grazie a
e a
DVD acquistabile …
Ma essere buoni in questo contesto è davvero possibile?
> Ma essere buoni in questo contesto è davvero possibile?
Si.
E’ l’unica arma che abbiamo contro chi non lo è
Ma attenzione.
Occorre definire “buono”
io sono Buono quando
– non consento a nessuno di invadere il mio spazio vitale
– cerco di essere autosufficiente
– amo il prossimo meno di me stesso
– amo l’universo, il tutto, più di me stesso
– chi non è buono con me … sono problemi suoi
– sostengo che “la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”
– ho la certezza che nessuno potrà mai farmi del male
– ho la consapevolezza che siamo parte di un tutto.
– rispetto la natura perché io sono la natura
– aiuto il prossimo solo se mi viene richiesto e abbia le risorse per farlo.
– non voglio aiuto se non lo richiedo.
– vivo in umiltà e sobrietà
– agisco in modo disinteressato, senza “secondi fini”.
– mentre osservo il volo degli uccelli o il sole mentre tramonta.
– ….
A tal proposito suggerisco: http://www.dodoblog.it/?p=10
Ciao
Dario
Ciao Dario,
essere buoni è un’arma?
già essere armati è un segno di aggressione (almeno potenziale), mica tanto buono …
Tu scrivi di essere buono quando non consenti a nessuno di invadere il tuo spazio vitale, ma come fai se ti rapinano quotidianamente?
Tu scrivi che ami il prossimo meno, ma l’universo di più!
O bella, ma il prossimo non è parte dell’universo?
Hai la certezza che nessuno potrà mai farti del male ?!? Beato te !!!
Sai che siamo parte di un tutto? O bella, non ci avevo mai pensato …
Vivi in umiltà e sobrietà, si ma con quali parametri? Quelli occidentali? Sono comunque un lusso per molti che muoiono letteralmente di fame.
Mi suggerisci Silvano Agosti. Credo che una volta ho scambiato una mail con lui. Si sente così saggio che soltanto pochi eletti sono degni di dialogare con lui.
Uno strano modo di essere buono, non trovi?
Capisco le esigenze dettate dal pezzo degli schiantos però se sostituiamo alla parola bontà con la parola onestà?
Alla bontà non ci credo, come non credo alla completa assenza di violenza. Ed essere onesti è un’arma, sì. Una grande arma. Permettimi di dire che non c’è alcun segno di aggressione nella parola arma usata in questo modo. Anzi, armarsi di qualcosa, che è l’onesta è niente di più antiviolento esistente. Vuol dire difendersi senza attaccare, vuol dire non dare la possibilità di offrire il fianco.
Credo che Dario volesse dire che si può essere buoni, ma non basta. Serve un contorno. Quando ti uccidono un figlio, non c’è niente da fare, non ci si riesce proprio ad essere buoni. Per questo, sono buono quando nessuno invade lo spazio vitale e quando non permetto a nessuno di farlo.
Continuo a preferire la parola onestà 😛 buono non credo lo sia nessuno.
Una non buona che prova ad essere onesta.
“…ora sappiamo che è un delitto
il non rubare quando si ha fame …”
(Fabrizio De Andrè)
Ma l’onestà, come la bontà, è un valore assoluto o è relativo?
O basta sentirsi a posto con la propria coscienza?
E fin dove arriva la propria coscienza?
Fino alle mura di casa, fino al quartiere, la città, l’Europa?
O arriva anche in Africa?
Posso verificare sempre la mia onestà?
Sono onesto se consumo un prodotto che domani inquina un fiume e poi il lago e poi il mare?
Posso ancora controllare le mie azioni senza essere complice, volente o nolente, di questa società che ha ben pochi scrupoli?