Alcune similitudini sono curiose!
Prodi a Porta a Porta nel Settembre 2007 disse:
“Gli italiani non sono meglio della classe politica che li rappresenta”
Un concetto semplice semplice, non c’è che dire.
Ma in fondo non fa che riprendere un concetto già espresso da Paolo Guzzanti il 24 Agosto 2007 nel suo blog:
E’ ORA DI RILEGGERSI IL MANZONI. NE HO PIENE LE PALLE DI CASTA E CASTAROLI. OGGI VOGLIO DETESTARE IL POPOLO DEGLI ITALIANI, UNA SENTINA DI IPOCRITI CHE DANNO SEMPRE LA COLPA AGLI ALTRI MENTRE DISTRUGGONO IL PAESE E COLTIVANO L’ODIO E FINGONO DI CREDERE CHE LA COLPA SIA DELLA CASTA, DELLA CUPOLA, DELLA MASSONERIA, DEI PARTITI, DEL VATICANO, DI TUTTI FUORCHE’ DI SE STESSI. L’ANTITALIANO.
Nell’articolo Guzzanti, tra l’altro scrive:
“Da sempe gli italiani vogliono violare le regole degli altri paesi, averne di proprie più privilegiate – andare in pensione prima di tutti gli altri nel mondo ma gridare allo scandalo per il vitalizio dei vecchi parlamentari, per esempio – mangiare il pane dei propri figli, appendere Mussolini a piazzale Loreto dopo averlo leccato e osannato, sputare monetine contro Craxi, fingere che la mafia, la camorra e la ndrangheta, il parassitismo e l’assenteismo dalle scuole, dai posti di lavoro, nei ministeri e nelle regioni anche nordiche, siano vizi della casta, dei padroni del vapore, non del popolo italiano.”
e ancora:
“No, miei cari: mafia camorra indrangheta assenteismo evasione fiscale sono il Dna italiano.
I grandi evasori? Siete voi tutti quando comperate una casa e denunciate un valore e un prezzo falso.
La camorra comincia quando si ammicca dal salumiere per passare davanti a chi c’è prima.” ( … )
“La casta, signore e signori, siete voi che oggi sputate fiele leggendo la nuova bibbia in cui si mostrano alcuni dei perversi effetti del vizio del paese, degli italiani, di questo popolo tronfio, piagnucolante, tendenzialmente assassino, mentitore, albertosordiano (nel senso dei personaggi di Sordi: Sordi era un eroe che li ha messi in piazza), sempre pronto a vedere le pagliuzze altrui e nascondendo la trave propria, ipocrita, moralmente discutibile, prepotente, quasi sempre codardo, ignorante come una capra ma supponente.”
Come dargli torto?
Ma infine arriva Paolo Barnard che il 18 Maggio 2008 scrive più o meno la stessa cosa:
Esordisce così:
“Di chi è colpa? Non è colpa di Silvio Berlusconi, di Romano Prodi, di Cicchitto, di Casini, di Caltagirone, e soci. Non è colpa della Casta, né di quella dei giornali coi milioni di euro di prebende, e non è stata colpa di Ingrao, Forlani o Craxi. Non è la Mafia, non sono le logge dei venerabili, né l’Opus Dei, non è Confindustria o la lobby bancaria. La colpa è nostra. Punto. L’informazione che abbiamo è quella che noi italiani vogliamo.”
e continua così:
”
Guardiamoci. Siamo un popolo che si divide inesorabilmente in ‘parrocchie’ o ‘mafie’. Se non siamo mafiosi, siamo parrocchiali, una delle due, non si fugge. Cioè, se non ci aggreghiamo per colludere in affari criminosi di vario grado, col loro corredo di atrocità, truffe, omertà, insensibilità per la sofferenza altrui, adulazione del potente, piacere nell’abuso del potere (dall’associazione per delinquere di stampo narcomafioso o bancario, alla cordata assicurazione-pretura-avvocati-grande policlinico per tacitare un’operata di cancro nella mammella sbagliata; dal patto trasversale ipermercati-grossisti per fare cartello sui prezzi truffando i cittadini, al consapevole risucchio dei pensionati in difficoltà nelle più ignobili spirali di indebitamento da parte di finanziarie da galera ecc.), noi italiani ci raggruppiamo in parrocchiette di ‘compagni di merende’, litigiose, esclusive proprio nel senso di escludenti, solo formalmente aperte ma in realtà a strettissimo raggio, nemiche giurate della libertà di pensiero, insomma consociative ma sempre travestite da qualcos’altro (e questo dal Corriere della Sera al periodico universitario, passando per le redazioni televisive, per i centri sociali, ONG, blog più o meno noti, gruppi online, comitati civici, ONLUS ecc.). Come si può facilmente immaginare, il pensare liberamente e la facoltà di criticare a 360 gradi non sono compatibili con gli interessi né delle mafie né delle ‘parrocchie’. Ma sono proprio il libero pensiero e la critica senza barriere le componenti fondamentali della libera informazione al sevizio dei cittadini. E allora?
In altre parole, noi italiani la libertà di informare non la vogliamo, e quando si affaccia sulla soglia della nostra ‘mafia’ o ‘parrocchia’ la odiamo e la cacciamo con singolare ferocia.”
Hanno tutti ragione, certo! E questa sera farò più fatica a guardarmi allo specchio e a dormire sereno. Oppure no, perché tanto se non cambi tu perché dovrei cambiare prima io?
Ci resta forse soltanto da ritrovarci nelle nostre piazze virtuali, i blog, che corrispondono ai caffè di una volta, ad azzuffarci bonariamente con il carattere del tutto italiano che produce il mal costume come ben descritto oltre un secolo fa dal buon Giacomo Leopardi …
Discorso sopra lo stato presente
dei costumi degl’Italiani
(…)
Primieramente dell’opinione pubblica gl’italiani in generale, e parlando massimamente a proporzion degli altri popoli, non ne fanno alcun conto. Corrono e si ripetono tutto giorno cento proverbi in Italia che affermano che non s’ha da por mente a quello che il mondo dice o dirà di te, che s’ha da procedere a modo suo non curandosi del giudizio degli altri, e cose tali. Lungi che gl’italiani considerino, come i francesi, per la massima delle sventure la perdita o l’alterazione dell’opinion pubblica verso loro, e sieno pronti, come i francesi ben educati, a soffrire e sacrificar qualunque cosa piuttosto che incorrere anche a torto in questo inconveniente; essi non si consolano di cosa alcuna più di leggieri che della perdita eziandio totale (giusta o ingiusta che sia) dell’opinione pubblica, e stimano ben dappoco chi pospone a questo fantasma i suoi interessi e i suoi vantaggi reali (o quelli che così si chiamano nel linguaggio della vita), e chi non si cura d’incorrere per amor di quello in danni o privazioni vere, d’astenersi da piaceri, ancorché minimi, e cose tali. Insomma niuna cosa, ancorché menomissima, è disposto un italiano di mondo a sacrificare all’opinion pubblica, e questi italiani di mondo che così pensano ed operano, sono la più gran parte, anzi tutti quelli che partecipano di quella poca vita che in Italia si trova. Non si può negare che filosoficamente e geometricamente parlando, essi non abbiano assai più ragione dei francesi e degli altri che pensano e operano diversamente, e che per conseguenza in questa parte essi non sieno, quanto alla pratica, assai più filosofi. Al che li porta lo stato delle cose loro, nel quale in realtà l’opinione pubblica, per la mancanza di società stretta, pochissimo giova favorevole e pochissimo nuoce contraria, e la gente per quanta ragione abbia di dir male o bene di uno, di pensarne bene o male, prestissimo si stanca dell’uno e dell’altro; si dimentica affatto delle ragioni che aveva di far questo o quello, benché certissime e grandissime, e torna a parlare e pensare di quella tal persona con perfetta indifferenza, e come d’una dell’altre.
( … )
Per tutto si ride, e questa è la principale occupazione delle conversazioni, ma gli altri popoli altrettanto e più filosofi di noi, ma con più vita, e d’altronde con più società, ridono piuttosto delle cose che degli uomini, piuttosto degli assenti che dei presenti, perché una società stretta non può durare tra uomini continuamente occupati a deridersi in faccia gli uni e gli altri, e darsi continui segni di scambievole disprezzo. In Italia il più del riso è sopra gli uomini e i presenti. La raillerie il persifflage, cose sì poco proprie della buona conversazione altrove, occupano e formano tutto quel poco di vera conversazione che v’ha in Italia. Quest’è l’unico modo, l’unica arte di conversare che vi si conosca. Chi si distingue in essa è fra noi l’uomo di più mondo, e considerato per superiore agli altri nelle maniere e nella conversazione, quando altrove sarebbe considerato per il più insopportabile e il più alieno dal modo di conversare. Gl’Italiani posseggono l’arte di perseguitarsi scambievolmente e di se pousser à bout colle parole, più che alcun’altra nazione. Il persifflage degli altri è certamente molto più fino, il nostro ha spesso e per lo più del grossolano, ed è una specie di polissonnerie, ma con tutto questo io compiangerei quello straniero che venisse a competenza e battaglia con un italiano in genere di raillerie. I colpi di questo, benché poco artificiosi, sono sicurissimi di sconcertare senza rimedio chiunque non è esercitato e avvezzo al nostro modo di combattere, e non sa combattere alla stessa guisa. Così un uomo perito della scherma è sovente sconcertato da un imperito, o uno schermitore riposato da un furioso e in istato di trasporto. Gl’Italiani non bisognosi passano il loro tempo a deridersi scambievolmente, a pungersi fino al sangue. Come altrove è il maggior pregio il rispettar gli altri, il risparmiare il loro amor proprio, senza di che non vi può aver società, il lusingarlo senza bassezza, il procurar che gli altri sieno contenti di voi, così in Italia la principale e la più necessaria dote di chi vuole conversare, è il mostrar colle parole e coi modi ogni sorta di disprezzo verso altrui, l’offendere quanto più si possa il loro amor proprio, il lasciarli più che sia possibile mal soddisfatti di se stessi e per conseguenza di voi.
Sono incalcolabili i danni che nascono ai costumi da questo abito di cinismo, benché per verità il più conveniente a uno spirito al tutto disingannato e intimamente e praticamente filosofo, e da tutte le sovraespresse condizioni e maniere del nostro modo di trattarci scambievolmente. Non rispettando gli altri, non si può essere rispettato. Gli stranieri e gli uomini di buona società non rispettano altrui se non per essere ripettati e risparmiati essi stessi, e lo conseguono. Ma in Italia non si conseguirebbe, perché dove tutti sono armati e combattono contro ciascuno, è necessario che ciascuno presto o tardi si risolva e impari d’armarsi e combattere, altrimenti è oppresso dagli altri, essendo inerme e non difendendosi, in vece d’essere risparmiato. È anche necessario ch’egli impari ad offendere. Tutto ciò non si può conseguire prima che uno contragga un abito di disistima e disprezzo e indifferenza somma verso se stesso, perché non v’è cosa più nociva in questo modo di conversare che l’esser dilicato e sensibile sul proprio conto. Oltre che allora tutti i ridicoli piombano su di voi, si è sempre timido e incapace di offendere per paura di non soffrire altrettanto e provocarsi maggiormente gli altri, incapace di difendersi convenientemente perché la passione impedisce la libertà e la franchezza del pensare e dell’operare e l’aggiustatezza e disinvoltura delle difese. E basta che uno si mostri sensibile alle punture o abitualmente o attualmente perché gli altri più s’infervorino a pungerlo e annichilarlo. Oltre di ciò in qualunque modo il vedersi sempre in derisione per necessità produce una disistima di se stesso e dall’altra parte un’indifferenza a lungo andare sulla propria riputazione. La quale indifferenza chi non sa quanto noccia ai costumi? E certo che il principal fondamento della moralità di un individuo e di un popolo è la stima costante e profonda che esso fa di se stesso, la cura che ha di conservarsela (né si può conservarla vedendo che gli altri ti disprezzano), la gelosia, la delicatezza e sensibilità sul proprio onore. Un uomo senz’amor proprio, al contrario di quel che volgarmente si dice, è impossibile che sia giusto, onesto e virtuoso di carattere, d’inclinazioni, costumi e pensieri, se non d’azioni.
Io credo che la nostra incapacità di collaborare, di aiutarci reciprocamente sia molto penalizzante. Siamo sempre pronti a rimbeccarci, a escludere l’altro e a sentirci migliori l’uno dell’altro. Incapaci di essere gruppo, di costruire in gruppo, di elaborare insieme.
Ma se qualcuno litiga, se c’è una gara, una corsa, una competizione siamo sempre pronti e curiosi di sapere chi vince e chi perde.
E’ una logica che porta a perdere in tanti con qualcuno che se la ride …
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L’italiano è tanto cretino da proporre ad altri italiani ciò che lui non ha alcuna voglia di fare: condividere.
La mia proposta può funzionare.
Uno stato indipendente, multietnico, anarchico, basato sulla conoscenza e la libera circolazione di beni materiali e immateriali e di persone, energeticamente autosufficiente, aperto al resto del mondo, sull’isola di S. Giulio nel lago d’Orta.
Le donne ci sono già. La teoria è già scritta in “Medioevo prossimo venturo” di Roberto Vacca.
Si attende la collaborazione di non italofoni che conoscano il metodo scientifico (gli esperimenti falliti dimostrano che la teoria è sbagliata, gli esperimenti riusciti non dimostrano niente).
Gli italiani, invece (se non sono ebrei) mettono sempre le regole al posto dei fatti, e insistono a credere alle loro 4 regole inefficcaci e inefficienti.
Non vi salverete. Non ne avete il diritto.
Ciao giosby,
concordo nella quasi totalità di quanto hai scritto/citato.
L’elemento che mi rende scettica è l’aprioristica considerazione che nel DNA degli italiani sia insita l’impossibilità di condividere.
Se non ci fosse mai stata una reale condivisione non ci sarebbero stati i passi avanti storici che sono stati invece compiuti. Altra considerazione. Esistono comunità opensource esclusivamente italiane, le quali non potrebbero sopravvivvere se non fosse insito nei partecipanti un grado di condivisione molto alto.
Per cercare di esplicitare meglio il mio pensiero estrapolo una singola frase che secondo me può rappresentare uno dei mille perché di questa condizione.
“Ci resta forse soltanto da ritrovarci nelle nostre piazze virtuali, i blog, che corrispondono ai caffè di una volta, ad azzuffarci bonariamente con il carattere del tutto italiano che produce il mal costume come ben descritto oltre un secolo fa dal buon Giacomo Leopardi …”
La piazza virtuale non è come il caffè di una volta. La piazza virtuale, i blog, i forum e simili sono sì luoghi di ritrovo, ma virtuali. Questo porta molto spesso all’organizzazioni di “manifestazioni virtuali” che sono manifestazioni della parola e basta. Mere chiacchiere tra utenti (che tra le altre cose si nascondono spessissimo dietro l’anonimato del pc) che non portano ad alcun effetto concreto. (Per carità serve anche quello, sicuramente è un modo veloce per veicolare e condividere informazioni, ma da solo non basta)
Parlare di DNA per un popolo è piuttosto avvilente. Come dire che alcuni caratteri sono ereditari e pertanto immutabili. I fattori ereditari sono spesso usati per spiegare anche malattie mentali di cui non si riesce a venire a capo. Non voglio certo affermare che i fattori ereditari non esistono, ma spesso diventano un alibi per non cambiare proprio nulla poiché ciò che è ereditario sembra stampato nel DNA e pertanto non soggetto a modifiche se non ricorrendo all’ingegneria genetica. Ma per fortuna c’è anche una evoluzione naturale, anche se molto molto lenta, purtroppo.
La realtà è che per ottenere cambiamenti occorre impegno ed è questo che vorremmo spesso evitare. Matteo scrive come se anche lui non fosse italiano e invece lo è anche lui …
L’eccezione che conferma la regola? Può darsi.
Anch’io ho sognato spesso un’isola felice. Ma tra il dire e il fare …
Comunque, ritornando agli autori citati, è Paolo Guzzanti quello che parla di DNA che, tra gli autori citati, è senz’altro quello che mi piace meno.
Si veda a proposito
Le contraddizioni dell’On. Paolo Guzzanti
http://giosby.splinder.com/post/17604610/Le+contraddizioni+dell%27On.+Pao
Secondo me invece tanto male non si sta veramente, perchè chi è alla disperazione il didietro lo alza.
Mi rifiuto di pensare anche all’imbambolamento totale. Non so, a me sembra piuttosto menefreghismo completo. Una cosa veramente desolante!
“GLI ITALIANI, UNA SENTINA DI IPOCRITI CHE DANNO SEMPRE LA COLPA AGLI ALTRI MENTRE DISTRUGGONO IL PAESE E COLTIVANO L’ODIO E FINGONO DI CREDERE CHE LA COLPA SIA DELLA CASTA, DELLA CUPOLA, DELLA MASSONERIA, DEI PARTITI, DEL VATICANO, DI TUTTI FUORCHE’ DI SE STESSI. L’ANTITALIANO.”
Allora… se ti riferisci alla terza persona plurale (es. GLI ITALIANI del corsivo di Guzzanti) allora il riflessivo è LORO STESSI. (Io do a me, tu dai a te, lui da a sè, noi diamo a noi, voi date a voi, essi danno a loro.) So bene, e soprattutto leggo, che oramai il “se” senza nemmeno l’accento è un vezzo diffuso, ma che lo scriva e ribadisca (a proposito di imbarbarimenti) un giornalista non di primo pelo come il Guzzanti, mi causa VERA vergogna, forse più del “benaltrismo” che lui stesso cita.
Ma io infatti sono un imbecille, che guarda il dito invece di notare la luna (sbiadita, scolorita, benaltrista e ritrita) che dovrebbe indicare.
Ciao Giosby, sono qui perché volevo dirti quanto sei grande.
Ho letto in poche ore tutto il “ragnatela” e condivido in larghissima parte il tuo pensiero e operato.
Seguito il tuo iter, perseguito le tue legittimità, mi sono ritrovato censurato peggio che se fossimo in Iran!!! D’altronde avevo osato scrivere “Non sono completamente d’accordo con quanto scrivi, e provo a spiegare il perché” sul blog di Grillo, un reato gravissimo.
Non diamo però troppo spazio a chi non lo merita.
Il discorso principe, ciò che nobilita la tua persona virtuale (reale non la conoscerò forse mai) è la SCUOLA, il tuo punto di vista, la voglia di migliorare, di fare, di CREARE cultura e “forza docente” dove ora davvero manca.
Bravissimo. Sono con te. Dimmi dove scrivi, dove “proponi” dove “crei” e in quali strutture “presenti” e mi ci metto anch’io: è una cosa imperativa, da fare senza esitazioni.
Come stanno i tuoi figli? E la moglie trovata in Egeo? E il nonno timido e patentato?
Un saluto e un grande ringraziamento per esserti fatto conoscere.
Ciao Nicola! Che imbarazzo …
Partiamo dal fondo: moglie e figli stanno benone, mentre il nonno purtroppo ci ha lasciato l’anno scorso a 87 anni suonati …
Una bella età …
Nella scuola mi piacerebbe davvero poter smuovere qualcosa, anche perché le cose peggiorano in modo davvero preoccupante. Purtroppo il mio progetto non è mai decollato e le mie energie le utilizzo per assicurare una vita decorosa a tutti noi. Ma chissà, mai dire mai!
Quando intervenivo e lavoravo nelle scuole ero ancora praticamente un ragazzino (25 – 35 anni)e ricordo sempre questo periodo come molto positivo, di sviluppo e crescita.
Si potrebbe costruire molto aumentando il benessere di tutti quanti, ma gli aspetti economici sono prevalenti purtroppo e nella scuola non vuole investire nessuno.
Bisognerebbe investire privatamente, ma poi tornano indietro magari soddisfazioni in termini di relazioni umane, ma ben poco che possa permettere di sopravvivere.
Questa almeno la mia esperienza. Mi piacerebbe vincere una lotteria per poi potermi dedicare serenamente a tanti bei progetti. Se capita ti farò sapere!
A parte gli scherzi, comincio a sentirmi un po’ strettino in questa dimensione da blog dove si lanciano pietre nello stagno per vedere se creiamo qualche cerchio nell’acqua!
Sembra davvero di fare tanto bla bla per nulla.
Partecipare a una manifestazione non è che poi sia molto più significativo.
Forse le esperienze degli operai sulla gru sono le uniche che realmente hanno CAMBIATO in tempo breve una situazione che sembrava disperata.
Forse ci muoviamo solo se siamo disperati, ma fin tanto che i nostri problemi riguardano la possibilità di cambiare l’auto quest’anno o l’anno prossimo ci mettiamo tranquillamente le ciabattine e ci guardiamo la TV, senza incidere più di tanto.
Non riusciamo a credere al disastro ambientale che ci prospettano, ci pensiamo soltanto quei pochi giorni in estate in cui abbiamo troppo caldo, che, del resto, ci sono sempre stati …
Finché non abbiamo l’acqua alla gola continuiamo a sguazzare con i piedini nell’acqua …
Poi, sinceramente, non si sa neanche bene cosa diavolo fare !
Infine Guzzanti. (su Grillo basta la tua testimonianza …)
Mi spiace contraddirti ma se stesso senza accento è corretto ( http://it.wikipedia.org/wiki/Accento_distintivo_sui_monosillabi )
Infatti sé, quando è seguita da stesso, può essere scritto senza accento …
Quanto al plurale penso tu abbia ragione, anche se è una libertà che possiamo concedere al “buon” Guzzanti.
E’ un personaggio strano, che ho mal sopportato, da cui sono stato bannato nel blog, che però ultimamente sembra aver ripreso un certo vigore con la distanza che ha messo tra sè e Berlusconi.
Ma in generale direi che siamo ben lontani!
Infine: il dito e la luna.
Forse il dito svela più misteri della luna, che in fondo alla nostra percezione è sempre uguale per tutti.
Il dito, invece …
Ciao e grazie ancora!
Ciao Nicola! Che imbarazzo …
Ah sì? Che hai combinato?
Partiamo dal fondo: moglie e figli stanno benone, mentre il nonno purtroppo ci ha lasciato l’anno scorso a 87 anni suonati …
Mi dispiace immensamente. Era bastato leggere le tue poche righe un po’ malinconiche (il viaggio in auto parlando poco) per farmi venire voglia di conoscerlo. Davvero.
Nella scuola mi piacerebbe davvero poter smuovere qualcosa, anche perché le cose peggiorano in modo davvero preoccupante. Purtroppo il mio progetto non è mai decollato e le mie energie le utilizzo per assicurare una vita decorosa a tutti noi. Ma chissà, mai dire mai!
Niente finti pessimismi! Tu hai GIA’ smosso qualcosa, e hai incuriosito me che nel mio piccolo sono molto interessato a far progredire il nozionismo fobicocratico che, avvitato su sè stesso (con l’accento, sono vecchio dentro e antineologista io…) rappresenta il sistema scuola odierno in Italia.
Quando intervenivo e lavoravo nelle scuole ero ancora praticamente un ragazzino (25 – 35 anni)e ricordo sempre questo periodo come molto positivo, di sviluppo e crescita.
Si potrebbe costruire molto aumentando il benessere di tutti quanti, ma gli aspetti economici sono prevalenti purtroppo e nella scuola non vuole investire nessuno.
Beh, mi piace molto la proposta di concordare un’evoluzione percorribile proprio con i principali attori: gli studenti in primis, gli insegnanti, i genitori e, aggiungo, i “terzi lavoratori” (coloro che già lavorano, per dimostrare ai ragazzi come e quanto venga applicato sul lavoro quotidiano ciò che si apprende a scuola).
Hai ragione da vendere quando porti il paradosso del cinema obbligatorio (cit.) e davvero vorrei essere assieme a te (a altri) artefice di qualcosa di concretamente incisivo in tal àmbito. (con l’accento sulla a)
Bisognerebbe investire privatamente, ma poi tornano indietro magari soddisfazioni in termini di relazioni umane, ma ben poco che possa permettere di sopravvivere.
Questa almeno la mia esperienza. Mi piacerebbe vincere una lotteria per poi potermi dedicare serenamente a tanti bei progetti. Se capita ti farò sapere!
Ah certo, a me basterebbero 2000 euro entro fine mese per non morire di fame con la mia giovane famiglia, pensa un po’ i casi della vita…(con la s dolce, sia mai.)
A parte gli scherzi, comincio a sentirmi un po’ strettino in questa dimensione da blog dove si lanciano pietre nello stagno per vedere se creiamo qualche cerchio nell’acqua!
Sembra davvero di fare tanto bla bla per nulla.
Beh, qui dissento. Il blog è ciò che se ne usa e fa! Non sono i cerchi nello stagno a cambiare il mondo, quelli sono conseguenti alle pietre lanciate… e lo dico io che profondamente odio il qualunquismo e il bloggaro populismo (nell’accezione del finalizzare al nulla)
Partecipare a una manifestazione non è che poi sia molto più significativo.
O forse è SOLO significativo, soggettivamente. Oppure no: io non sono di sinistra (non te lo volevo dire subito, so che appena lo vieni a sapere il tuo interlocutore perde magicamente “pathos incisivo”) ma quando credevo in qualcosa da manifestare collettivamente, mi ci sono buttato con la massima volontà.
Ah, non sono nemmeno di destra. Semplicemente so quanto te come sia difficile (se non impossibile) uno schieramento ideologicamente totalizzante nell’Italia (Europa) di oggi. Ne parleremo.
Forse le esperienze degli operai sulla gru sono le uniche che realmente hanno CAMBIATO in tempo breve una situazione che sembrava disperata.
boh, io non sono d’accordo con questo tipo di estremismi che chiamano per forza di cose in causa enti ed elementi che dovrebbero starne fuori: come si sente il figlio di un uomo che muore perché l’ambulanza che lo doveva soccorrere era impegnata a presidiare la gru degli operai?
Forse ci muoviamo solo se siamo disperati, ma fin tanto che i nostri problemi riguardano la possibilità di cambiare l’auto quest’anno o l’anno prossimo ci mettiamo tranquillamente le ciabattine e ci guardiamo la TV, senza incidere più di tanto.
Mah non sono così cupo… da disperati, facciamo cose insperate e disperate, questo sì.
Non riusciamo a credere al disastro ambientale che ci prospettano, ci pensiamo soltanto quei pochi giorni in estate in cui abbiamo troppo caldo, che, del resto, ci sono sempre stati …
Nemmeno io ci riesco a credere sai?
Forse perché ho troppe amicizie in ambienti scientifici, storici, divulgativi, e alle lacrime dei politicanti preferisco i dati concreti e ragionati… ne parleremo oppure no, cosa cambia?
Finché non abbiamo l’acqua alla gola continuiamo a sguazzare con i piedini nell’acqua …
Poi, sinceramente, non si sa neanche bene cosa diavolo fare !
Tornando a noi e alla scuola: Amico mio, se anche UNO, UNO SOLO degli studenti trarrà beneficio di un metodo educativo migliorato, e questo miglioramento sarà partito o passato attraverso di noi… allora vuol dire che ANDAVA FATTO.
E non sono io quello che dirà “ohi lo potevo fare e invece mi sono defilato”.
Infine Guzzanti. (su Grillo basta la tua testimonianza …)
Ho le mail originali dei miei post censurati, ma davvero dopo aver letto la Ragnatela, sono appagato dentro!
Mi spiace contraddirti ma se stesso senza accento è corretto ( http://it.wikipedia.org/wiki/Accento_distintivo_sui_monosillabi )
Infatti sé, quando è seguita da stesso, può essere scritto senza accento …
Quanto al plurale penso tu abbia ragione, anche se è una libertà che possiamo concedere al “buon” Guzzanti.
E’ un personaggio strano, che ho mal sopportato, da cui sono stato bannato nel blog, che però ultimamente sembra aver ripreso un certo vigore con la distanza che ha messo tra sè e Berlusconi.
Ma io sono vecchio, e se stessi scrivendo lo leggo molto diversamete da sè stessi (che non dovrebbe esistere in quanto la terza plurale è “loro” porca la vacca nozionista! Scherzo sono del ’71)
E ultimamente leggo Guzzanti e mi chiedo “avrà bevuto prima di scrivere?”
Ma in generale direi che siamo ben lontani!
Infine: il dito e la luna.
Forse il dito svela più misteri della luna, che in fondo alla nostra percezione è sempre uguale per tutti.
Il dito, invece …
Ciao e grazie ancora!
Grazie a te, sono orgoglioso di essere presente nel tuo blog, accanto alle cose che scrivi e che fai.
Scrivere è stimolante. Speriamo che sia anche utile, anche per chi legge.
Io trovo che dovremmo condividere esperienze per tentare di costruire.
Credo che dovremmo cercare punti in comune e avere delle basi in comune.
Il mio imbarazzo è dovuto ai tuoi molti complimenti, Nicola. E’ un modo di ringraziarti …
Quanto alle divisioni, destra sinistra estremisti moderati etc etc.
Penso che ognuno è diverso e la cosa migliore è avere RISPETTO e ATTENZIONE per tutti.
Non mi piace Grillo con le sue falsità e le sue censure, ma alle volte devo riconoscere che alcune informazioni si trovano solo sul suo blog! Lo stesso per Travaglio, anche se ho toccato con mano quanto sia bugiardo.
Paolo Guzzanti spara a ruota libera, ma tra le righe qualche pennellata la trovi anche lì.
Anche sua figlia Sabina ha un blog e un forum dove se provi a dissentire vieni assaltato subito da una masnada di picchiatori in pensione, eppure trovi certe informazioni interessanti che provengono proprio da quel sito …
Mi piace spesso Paolo Barnard ma trovo che alla fine diventi molto inconcludente con obiettivi così altisonanti e nessun tentativo, sia pur minimo, di organizzazione.
La struttura dei Meet Up di Grillo potrebbe essere un buon sistema di ritrovarsi e costruire, ma poi si riducono ad un carrozzone con tantissima confusione, dove nessuno sa bene cosa fare.
Vogliamo fare contro informazione? Vogliamo costruire una rete di rispetto e di affetto? Dove l’aggressione è una pratica da evitare! Dove si ricerca! Perché senza ricerca non c’è progresso.
E la ricerca è un impegno collettivo. Dove nessuno è più bravo dell’altro ma ognuno mette a disposizione la sua esperienza.
Certo! La scuola sarebbe un laboratorio ideale di ricerca!
Quando vinco la lotteria ti chiamo …
Scrivere è stimolante. Speriamo che sia anche utile, anche per chi legge.
Io trovo che dovremmo condividere esperienze per tentare di costruire.
Credo che dovremmo cercare punti in comune e avere delle basi in comune.
Il mio imbarazzo è dovuto ai tuoi molti complimenti, Nicola. E’ un modo di ringraziarti …
Quanto alle divisioni, destra sinistra estremisti moderati etc etc.
Penso che ognuno è diverso e la cosa migliore è avere RISPETTO e ATTENZIONE per tutti.
Non mi piace Grillo con le sue falsità e le sue censure, ma alle volte devo riconoscere che alcune informazioni si trovano solo sul suo blog! Lo stesso per Travaglio, anche se ho toccato con mano quanto sia bugiardo.
Paolo Guzzanti spara a ruota libera, ma tra le righe qualche pennellata la trovi anche lì.
Anche sua figlia Sabina ha un blog e un forum dove se provi a dissentire vieni assaltato subito da una masnada di picchiatori in pensione, eppure trovi certe informazioni interessanti che provengono proprio da quel sito …
Mi piace spesso Paolo Barnard ma trovo che alla fine diventi molto inconcludente con obiettivi così altisonanti e nessun tentativo, sia pur minimo, di organizzazione.
La struttura dei Meet Up di Grillo potrebbe essere un buon sistema di ritrovarsi e costruire, ma poi si riducono ad un carrozzone con tantissima confusione, dove nessuno sa bene cosa fare.
Vogliamo fare contro informazione? Vogliamo costruire una rete di rispetto e di affetto? Dove l’aggressione è una pratica da evitare! Dove si ricerca! Perché senza ricerca non c’è progresso.
E la ricerca è un impegno collettivo. Dove nessuno è più bravo dell’altro ma ognuno mette a disposizione la sua esperienza.
Certo! La scuola sarebbe un laboratorio ideale di ricerca!
Quando vinco la lotteria ti chiamo …AEXC
Leggendo il vostro scambio mi viene in mente una riflessione (non so da cosa, forse solo amarezza nel guardarmi in giro e allo specchio).
Sappiamo veramente cosa vuol dire imparare, cos’è la cultura, cosa vuol dire la fatica?
Viviamo in un mondo che secondo me tende ad autoconservarsi uguale e costante. La cultura dominante premia chi produce il minimo con minor dispendio di energie. Le aziende preferiscono investire meno nel breve tempo per poi sobbarcarsi costi immani nel lungo. Conosco pochissime persone a cui piaccia veramente apprendere e studiare. Quando cerchiamo notizie ci andiamo a leggere la fonte preferita, quella che sappiamo già cosa dirà e con cui “sicuramente” saremo d’accordo. A scuola, i ragazzi non vogliono più andare e non trovano interessanti le materie di studio, gli insegnati ripetono annoiati la solita pappa trita e ritrita tutti gli anni. Tutti sanno che il calcio è truccato, però lo si guarda lo stesso che a giocarlo si suda troppo. Linux è semplice da usare, è a costo zero, gira benissimo anche su macchine obsolete,ma windows è tutto lì bello e pronto e non bisogna digitare apt-get install per installare un programma perché sì sa, possono andare le dita in cancrena. Per fare un km si prende la macchina, che son la bicicletta d’invernmo c’è freddo, d’estate c’è caldo e andare a pieti è roba da antidiluviani. La tv trasmette programmi degni di una scimmia ritardata e sottosviluppata, ma la guardiamo lo stesso che dialogare fa fatica e poi … quella rompi di mia moglie, quel rompi di mio marito, quella noia di mia madre, quella noia di mio padre, quel disgraziato di mio figlio, quella disgraziata di mia figlia!
C’è la mafia. la camorra, la ‘ndrangheta, la p2; Berlusconi, Brunetta, D’alema, Franceschini; i carrarmati, soldati morti in guerra divenuti eroi, innocenti uccisi dimenticati; l’aggressione alla Santanchè; il burqa, i talebani, Hamas, Israele, l’America, i pacifisti; Travaglio e travaglini, Grillo e i grillini, Facci e i faccini (si dice così?), Feltri e i feltrini … ehm feltriani sorry; etc.
E però la cucina italiana quanto è buona! Per non parlare del vino! E cosa dire del made in Italy? E il tempo?
Ma ognuno di noi, cosa fa per migliorare? Nel concreto intendo, non a parole.
A lamentarci siamo tutti bravissimi, ma le nostre terga son comode sul solito divano.
(Sono giovane e mi sembra di parlare per generalizzazioni odiose e frasi fatte come una nonna abelarda di 100 anni che ricorda i bei tempi che furono. SCUSATEMI PER IL TEDIO che procuro e per il filo logico inesistente di uno stream of consciousness di una delirante).
Caro il mio ehm… “S”
Leggendo il vostro scambio mi viene in mente una riflessione (non so da cosa, forse solo amarezza nel guardarmi in giro e allo specchio).
Cosa c’è di così amaro nel guardarti in giro? Addirittura allo specchio? Ricorda sempre quel che diceva un mio amico; il ricco cammina con gli stivali nella neve, il povero si lamenta di avere i piedi freddi: “anche i miei” ribatte quello senza gambe, e “vergognatevi dei vostri lamenti” dice quello che da 20 anni non si può muovere.
Se non sei felice là dove sei ora, dove mai potrai essere felice? Apprezza le meraviglie che hai attorno a te, e tieni sempre a mente la tua MISSIONE di PERSONA COSCIENTE: rendere più felice e positivo chi ti circonda, chi incontri… solo allora potrai dire di aver veramente vissuto la tua giornata.
Sappiamo veramente cosa vuol dire imparare, cos’è la cultura, cosa vuol dire la fatica?
Viviamo in un mondo che secondo me tende ad autoconservarsi uguale e costante. La cultura dominante premia chi produce il minimo con minor dispendio di energie.
Viviamo in ITALIA, attenzione: da altre parti non è affatto così.
E lo dico con piena cognizione di causa, dato che mia moglie è tedesca ed esperta in Educazione.
Io e il buon Giosby infatti vorremmo provare a cambiare: è il nostro, e anche il tuo dovere, dato che (giustamente) ti accorgi di queste mancanze “locali” e ti lamenti.
Le aziende preferiscono investire meno nel breve tempo per poi sobbarcarsi costi immani nel lungo.
Non mi piacciono le generalizzazioni blande e d’accezione negativa… quali aziende? Dove vivo e lavoro io, di disoccupati davvero non ne conosco. Conosco molta gente che si rifiuta di lavorare per meno soldi di quanto era abituata, che è ben diverso.
Conosco pochissime persone a cui piaccia veramente apprendere e studiare. Quando cerchiamo notizie ci andiamo a leggere la fonte preferita, quella che sappiamo già cosa dirà e con cui “sicuramente” saremo d’accordo.
Hai ragione, ed è parte del problema scuola-educazione che mi ha condotto qui. Sono felice che anche tu sei di questa idea.
Non sono però d’accordo sul resto della frase…
La persona onesta cambia le sue idee appunto per accordarle alla realtà, mentre il disonesto è colui che cambia anche la realtà pur di accordarla alle proprie idee.
Taglio volutamente tutto il resto, perché ti rispondi automaticamente alla fine!
Giosby
scusaci per aver postato il tuo messaggio così com’era.
Parlo al plurale perché è stata mia figlia passeggiando sulla tastiera con la pancia.
Io avevo semplicemente selezionato il tuo messaggio, lei…
-L’ha copiato
-E’ andata sulla casella “reply”
-Ha incollato il post
-Ha attivato il maiuscolo
-Ha scritto AEXC
-Ha inviato
-E poi ha inviato di nuovo perché mi sono accorto del tutto quando il pc mi ha detto “attenzione hai già postato questo messaggio identico!!”
Prima di risponderti miratamente, “svelo” che ho 38 anni, sono sposato, ho una figlia di 8 mesi e vivo a Padova (ma ho vissuto in altre parti d’Italia e d’Europa) dato che, giustamente, consideri sospettoso l’anomimato senza se e senza ma. Altri dettagli che vorrai sapere, direttamente in mail.
Scrivere è stimolante. Speriamo che sia anche utile, anche per chi legge.
tu stesso hai scritto cose che si sono conficcate nel mio piccolo cervello, e infatti eccomi qui.
Io trovo che dovremmo condividere esperienze per tentare di costruire.
Uhm… certo che sì, come dire che “trovo non ci siano più le mezze stagioni” hehehehe
Credo che dovremmo cercare punti in comune e avere delle basi in comune.
Se siamo qui è perché li abbiamo già entrambi, amico!
Quanto alle divisioni, destra sinistra estremisti moderati etc etc…
Penso che ognuno è diverso e la cosa migliore è avere RISPETTO e ATTENZIONE per tutti.
Quanto meravigliosa è stata la tua digressione del coniugare la politica alla PASSIONE? Esautorandone la propulsione plutocratica e settaria. Uno dei “passaggi” più belli che ho avuto modo di leggere negli ultimi tempi.
Io non sono di sinistra, dicevo, e odio le “scatoline” preconfezionate che ci vengono proposte.
Mi piace la Gelmini, mi piaceva Veltroni, mi sta deludendo Brunetta, non capisco la Bindi, odio Franceschini, mi fa ridere Bossi, apprezzo con cautela Maroni… Nel Comune dove vivo ho contribuito fattivamente a far eleggere un sindaco supportato dalla vetero-sinistra, semplicemente perché è una VERA e BRAVA persona.
Agli amici che scherzavano e scherzano con il “ma hai votato un comunista!” rispondevo con un sorriso e dicendo “ho votato la persona migliore per me, la mia famiglia e tutto il comune.”
(è davvero una mosca bianca in un luogo geografico dove la maggioranza è Lega e l’opposizione PDL, con Partito Pensionati più avanti del PD)
Non mi piace Grillo con le sue falsità e le sue censure, ma alle volte devo riconoscere che alcune informazioni si trovano solo sul suo blog! Lo stesso per Travaglio, anche se ho toccato con mano quanto sia bugiardo.
Il primo post che mi è stato censurato sul blog di Grillo, esprimeva infatti perplessità sui due: dicevo che secondo me loro ci VIVONO e CAMPANO fino a che possono lamentarsi e chiamare odio contro gli altri, e quindi sono i PRIMI che vogliono che le cose rimangano esattamente così, altrimenti finisce la pagnotta.
Paolo Guzzanti spara a ruota libera, ma tra le righe qualche pennellata la trovi anche lì.
Certamente, mi sono salvato ben più di un suo articolo, ma ribadisco che ultimamente (dagli ultimi tempi di Veltroni segretario) mi sembra che alzi un po’ il gomito prima di scrivere. Niente di male, intendiamoci.
Anche sua figlia Sabina ha un blog e un forum dove se provi a dissentire vieni assaltato subito da una masnada di picchiatori in pensione, eppure trovi certe informazioni interessanti che provengono proprio da quel sito …
Sabina mi fa ormai uno schifo rivoltante, mi dispiace. E non credo esista una sola virgola “interessante” che possa uscire dalle sue idee o dal suo blog.
Sempre che per “interessante” tu intendi “fantasioso e bilioso”.
Mi piace spesso Paolo Barnard ma trovo che alla fine diventi molto inconcludente con obiettivi così altisonanti e nessun tentativo, sia pur minimo, di organizzazione.
E noi siamo qui apposta, per andare oltre il cretinismo del “bisogna fare qualcosa” guardandosi in faccia per ore senza fare niente se non lamentarsi.
La struttura dei Meet Up di Grillo potrebbe essere un buon sistema di ritrovarsi e costruire, ma poi si riducono ad un carrozzone con tantissima confusione, dove nessuno sa bene cosa fare.
Esattamente. Lasciamo perdere.
Vogliamo fare contro informazione? Vogliamo costruire una rete di rispetto e di affetto?
No Giosby: vogliamo cambiare le cose, regalare ai nostri figli un sistema migliore e più propenso a una vera crescita e una vera cultura. Perdonami se “contro informazione” e “rete di rispetto e affetto” mi sembrano sinonimi del solito nulla pneumatico che pervade le menti d’oggi.
Dove l’aggressione è una pratica da evitare! Dove si ricerca! Perché senza ricerca non c’è progresso.
E la ricerca è un impegno collettivo. Dove nessuno è più bravo dell’altro ma ognuno mette a disposizione la sua esperienza.
Completamente d’accordo.
Certo! La scuola sarebbe un laboratorio ideale di ricerca!
Quando vinco la lotteria ti chiamo …
Grazie. Non sono tanto esigente: ho un debito di 1200 euro con la banca, 2 affitti arretrati da pagare, un 500 euro di bollette non saldate.
Ma sono felice perché c’è il sole e ho mia figlia in braccio.
Altro che “di sinistra”, io credo di essere proprio pazzo!
Venendo alle cose da fare davvero, caro mio:
Io sono esperto di comunicazioni personali e commerciali. Mi piace parlare in pubblico, motivarlo, adoro ascoltare e comprendere a fondo i punti di vista diverso dal mio, e tante altre cose.
Credo che assieme a te si possa fare tanto, ma certamente non “io e te contro tutti” e ti spiego meglio la mia idea per “cambiare davvero la scuola”.
Il problema è sentito, come hai avuto modo di conoscere e vedere, ed esistono sicuramente associazioni di genitori, professionisti, docenti che puntano alla stessa cosa, già organizzate.
Bene, credo bisognerebbe individuare la più strutturata e potenzialmente “viva” ed efficace: non quindi la più agguerrita e caciarona, ma semplicemente la più intelligente e fattiva (dalle persone che la compongono).
Una volta dentro l’associazione, compito nostro sarà esprimere e portare le nostre istanze e richieste, e coinvolgere la gente adeguate nelle nostre zone: ma questo è compito naturale dell’associazione in quanto tale.
Poi bisogna individuare un Partito politico. Non serve “crearne uno nuovo” oppure “gridare nel deserto” perché i Partiti esistono già e dovrebbero fare esattamente questo.
Individuiamo un Partito che propone e vuole fortemente, nel suo programma o statuto, le cose che vogliamo noi come persone e associazione.
All’interno di questo partito, con metrica quindi prima provinciale e poi anche nazionale, individuiamo le persone preposte a costruire l’impegno-scuola, e collaboriamo direttamente con loro.
Se non esistono, proponiamole noi, o facciamoci avanti di persona. Coraggio.
Poi bisogna contattare il Ministero della pubblica istruzione, e venire a conoscenza dei sottosegretari che lavorano alle strutturali modifiche del nozionismo italiano, coloro ceh “preparano” al ministro i fogli da firmare, per capirci.
E iniziare a lavorare davvero, lavorare con persone che sono (silenziosamente e professionalmente, senza proclami demagogici o peggio) in grado di cambiare le cose.
Esattamente ciò che ci siamo proposti e promessi di fare.
Ho scritto di getto, rapidamente, senza rileggere o “smussare” ma credo di aver espresso quello che intendo per Volontà concreta di dare un futuro migliore ai nostri figli.
Cosa ne pensi?
Ciao Nicola, ciao S.
Le vostre considerazioni, tra le altre, mi hanno ispirato un nuovo post …
http://www.giosby.it/2009/09/27/facciamo-opposizione-cambiamento-e-felicita-subito/
«Caro il mio ehm… “S”<»
La mia, sono signorina e pure ciecata :D.
«Cosa c’è di così amaro nel guardarti in giro? Addirittura allo specchio? Ricorda sempre quel che diceva un mio
amico; il ricco cammina con gli stivali nella neve, il povero si lamenta di avere i piedi freddi: “anche i miei”
ribatte quello senza gambe, e “vergognatevi dei vostri lamenti” dice quello che da 20 anni non si può muovere.
Se non sei felice là dove sei ora, dove mai potrai essere felice? Apprezza le meraviglie che hai attorno a te, e
tieni sempre a mente la tua MISSIONE di PERSONA COSCIENTE: rendere più felice e positivo chi ti circonda, chi
incontri… solo allora potrai dire di aver veramente vissuto la tua giornata.»
Non soffro di alcuna sindrome depressiva e so apprezzare abbastanza le piccole cose che mi circondano (anche se non è mai troppo, si pul sempre migliorare quindi ti ringrazio per averlo ribadito). Non sono in grado di rendere felice nessuno, ma una "missione" come la chiami tu la ho e la sento tutta sulle spalle.
«Viviamo in ITALIA, attenzione: da altre parti non è affatto così.
E lo dico con piena cognizione di causa, dato che mia moglie è tedesca ed esperta in Educazione.
Io e il buon Giosby infatti vorremmo provare a cambiare: è il nostro, e anche il tuo dovere, dato che
(giustamente) ti accorgi di queste mancanze “locali” e ti lamenti.»
Scusa ma non vedo in giro quel che dici. Forse c'è qualche luogo dove si vive un pò meglio, ma è ben lungi dalla società perfetta. Parli di educazione come se fosse solo la cultura la necessità. Di sicuro è un qualcosa di fondamentale e necessario. Io mi riferivo proprio alla base della coscienza civica che non c'è più. Perchè basta lamentarsi per sentirsi a posto. La mia era un'apologia, non si è capito evidentemente non sono stata capace di esprimerlo. Ho esordito tempo fa in questo blog indignandomi contro la rassegnazione e sbandierando ai quattro venti che io un punto di partenza per un miglioramento lo vedo e lo tocco. Sono ottimista, nonostante so che io una società migliore non farò in tempo a vederla. perchè di tempo ne serve tanto.
Le aziende preferiscono investire meno nel breve tempo per poi sobbarcarsi costi immani nel lungo.
«Non mi piacciono le generalizzazioni blande e d’accezione negativa… quali aziende? Dove vivo e lavoro io, di
disoccupati davvero non ne conosco. Conosco molta gente che si rifiuta di lavorare per meno soldi di quanto era
abituata, che è ben diverso.»
Mi spiace, ma nono conosco azienda che non badi al tornaconto nel breve periodo. Formazione sul campo se ne fa pochissima. Cercano personale specializzato, ma se sei troppo specializzato non va bene. Conosco gente che è costretta a lavorare in nero e a portare avanti la baracca con 250 euro al mese, conosco gente che lavorerebbe in qualsiasi settore gli fosse proposto che si è sentita rifiutare perchè non avrebbe avuto stimoli nel fare un lavoro degradante (quale lavoro è degradante in sé? NESSUNO!!!). Conosco aziende che pur di non cambiare le proprie abitudini rifiuta un prodotto migliore. Conosco aziende che non reclutano personale femminile perchè in età fertile e probabili future madri o perchè le donne son considerate non adatte a particolari campi. Mi fermo qui, ma potrei andare avanti per molto. Tutto questo non toglie che ci siano anche persone che non abbiano voglaia di lavorare o che credono che il lavoro piombi dal cielo.
So che per te resterà una generalizzazione, ma i nomi non posso proprio farli e per valide ragioni non per codardia. L'età mi permette di poter essere scavezzacollo e di dispezzare il pericolo, ma … una ragione c'è.
—————Conosco pochissime persone a cui piaccia veramente apprendere e studiare. Quando cerchiamo notizie ci —————andiamo a leggere la fonte preferita, quella che sappiamo già cosa dirà e con cui “sicuramente” saremo —————d’accordo.
«Hai ragione, ed è parte del problema scuola-educazione che mi ha condotto qui. Sono felice che anche tu sei di
questa idea.
Non sono però d’accordo sul resto della frase…
La persona onesta cambia le sue idee appunto per accordarle alla realtà, mentre il disonesto è colui che cambia
anche la realtà pur di accordarla alle proprie idee.»
Quante persone intellettualmente oneste conosci? Io per esperienza mi sono resa conto che ce ne sono pochissime. E mi spiace dissentire, ognuno va a leggersi ciò che vuole sentirsi dire. Chi cerca approfondimento serio o vuole veramente capire come stanno le cose va a leggersi la parte e controparte. Non mi risulta che lo facciano in molti.
«Taglio volutamente tutto il resto, perché ti rispondi automaticamente alla fine!»
Memento audere semper.