S. segnala e volentieri pubblico:
Abortire un figlio forse sano o tenerlo con la probabilità di lasciarlo sopravvivere in stato vegetativo. Questa la scelta che la legge italiana impone a molte mamme.
Simona Galiero, giovane dentista di Sant’Anastasia in provincia di Napoli, si trova davanti a questo bivio.
Il 6 Agosto scorso – alla 20esima settimana – durante l’ecografia strutturale di routine è stata riscontrata un’anomalia del feto.
“Ventricolomegalia borderline e la consapevolezza che si potrà riscontrare al 100% la persistenza della patologia solo alla 27esima settimana. Sai cosa significa? C’è la possibilità che mia figlia nasca con gravissimi problemi, tanto gravi da renderla un vegetale, e qui in Italia devo abortire prima di averne l’assoluta certezza!”
La 22esima settimana è infatti il termine ultimo per poter praticare l’aborto terapeutico (salvo non si verifichi un grave pericolo per la salute fisica e psichica della donna).
Un paradosso infinito che impone ad una madre già provata psicologicamente per la notizia subita, una prospettiva di sofferenza ancor più grande, l’esposizione forzata ad una scelta disumana, la solitudine più assoluta.
E non è tutto. La tecnica abortiva in questi casi consta nell’induzione al travaglio per espellere il feto. Un vero e proprio parto con tanto di classiche contrazioni, la possibilità di subire ore o perfino giorni di travaglio, nessun farmaco anestetico. Senza contare che nel caso il bimbo nasca vivo i medici sono obbligati a soccorrerlo, tenendolo agonizzante anche per giorni, in attesa che la sua morte avvenga in modo naturale.
“È Un calvario, una vera è propria tortura. Non solo dobbiamo morire di dolore per la scelta che facciamo, costrette per le condizioni disperate di salute del nascituro, ma anche per la modalità in cui tutto ciò si svolge. Siamo carne da macello.”
L’essere incinta di una bambina destinata a soffrire, la responsabilità di dover decidere per lei, la mancata terapia del dolore atta ad attenuare almeno la sofferenza fisica, il subire violenza psicologica da parte di chi dovrebbe trattarti con doppia sensibilità, il dolore del distacco dal figlio tanto atteso, l’aberrante situazione di subire un aborto gestito da medici obiettori.
Sofferenza che si aggiunge a sofferenza, un vortice di dolore causato anche dal taglia e cuci e dai rattoppi frettolosi con cui la 194 (legge sull’aborto) è stata trattata negli ultimo 20 anni.
E pensare che nei paesi in cui i diritti della persona sono veramente garantiti si può di interrompere la gravidanza nei tempi che occorrono e per di più non si è costretti a sottoporsi a torture atroci: la praticata standard è quella dell’aborto intrauterino.
È per questo che molte donne decidono di infischiarsene della legge italiana e di rivolgersi all’estero con tutti i problemi che ciò comporta (scelta della struttura, problemi con la lingua, l’assistenza medica e psicologica, i costi, etc).
E chi non può permetterselo? Torniamo sempre lì.
Abortire un figlio forse sano o tenerlo con la probabilità di lasciarlo sopravvivere in stato vegetativo. Questa la scelta che la legge italiana impone a molte mamme.
Simona, brillante dentista di Sant’Anastasia (NA), si trova sola con il suo problema.
Sola per colpa di una legge che non si cura minimamente di una mamma che ha un disperato bisogno di aiuto.
Sola per colpa di carnefici che in nome di una morale superiore si divertono a giocare sul suo corpo e sulla sua vita.
Viae (pseudonomio di una giornalista di DiamoUnaMano)
(diffondi questo articolo su blog, forum, giornali online… che si sappia qual’è la situazione in Italia… Simona Galiero la trovi su facebook)
Tratto da:
DiamoUnaMano
dove troverai l’articolo completo con l’intervista a Simona …
Nell’articolo è scritto che nel caso Simona decidesse di abortire negli ultimi giorni compresi nelle 22 settimane, probabilmente questo non si traterebbe di un aborto ma di un vero e proprio parto?
Ho cercato di documentarmi meglio ed ecco i risultati:
http://redprimrose.wordpress.com/2008/02/03/aborto-i-ginecologi/
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2008/02/04/sanit-cattolica-s.p.a.-qui-si-rianimano-feti
http://blog.panorama.it/italia/2008/01/02/scienza-e-chiesa-daccordo-ridurre-a-22-settimane-il-limite-per-laborto/
Trovo il tema estremamente difficile …
Sì, inducono il parto (con la stessa metodologia usata per un normale parto).
http://www.psichefamiglia.it/articoli_ivg_terapeutica.htm
So che conta poco, ma ho sentito personalmente dire da un medico queste cose. È una cosa veramente raccapricciante, una punizione ulteriore.
Allora non capisco il senso dell’articolo. Quest’articolo mi appare favorevole all’aborto anche superato i 3 mesi. Che c’entra con il fatto che anche poco prima dei tre mesi non si tratterebbe di un aborto ma di un parto? Mi dici che è una punizione, ma a cosa ti riferisci?
Non sono esperto in materia, ma cito quanto dice Simona nell’intervista qui:
http://diamounamano.webnode.com/partorirai-con-dolore-il-dramma-di-simona-/lintervista-a-simona-del-02-09-09-/
“Interruzione di gravidanza …. La modalità è sbagliatissima… il tuo bambino dovresti partorirlo morto… ma entro le 22 settimane hai buone possibilità che nasca vivo…. C’è l’obbligo di soccorrerlo… quindi per quanto malato sia nasce vivo… un bambino in agonia per poche ore o anche per 2 giorni… non ti danno anestetici, devi partorire normalmente… un calvario, una vera è propria tortura per noi mamme…
Non solo dobbiamo morire di dolore per la scelta che facciamo, costrette per le condizioni disperate di salute del nascituro, ma anche le condizioni uasi disumane in cui dobbiamo partorire…
All’estero viene fatta la soppressione intrauterina… la dolce morte…”
Se per caso Simona non si formalizza a uccidere suo figlio perchè ha la certezza che questo nasca con dei problemi lo potrebbe fare anche subito, senza conoscere il suo stato di saluto. E poi se lo fa subito non farebbe niente di illegale.
Lorenzo il tuo cinismo è VERGOGNOSO.
Verrebbe voglia di cancellare ciò che scrivi e impedirti l’accesso al blog!
Ma è troppo forte per me il rispetto delle idee di tutti.
Rispetto per il prossimo che a te manca veramente!
Non hai neanche un minimo di delicatezza per avere una lontana idea di cosa può sentire Simona in una simile situazione!
VERGOGNA!
Qui il cinismo non c’entra un bel niente e io al contrario di molto ho delicatezza!
NO COMMENT
Giosby non essere così ipocrita, non credevo che lo fossi. Qui immagino che mi trovi tra persone che sono favorevoli all’aborto, magari non lo saranno tutti, ma qui alcuni ci sono. Come avete ricordato l’aborto è legale se eseguito a un feto di tre mesi. Entro questo periodo la madre può fare quello che vuole senza nessuna spiegazione. Bene? Quest’articolo parla dei dubbi di Simona, quindi vuol dire che anche lei è favorevole all’aborto, magari pensa anche a delle condizioni, ma fondamentalmente non trova immorale uccidere un feto. Quindi ho fatto gli stessi ragionamenti di molti di voi.
Eccomi, la prima interessata.
Ciao Lorenzo, ti ho letto ma non riesco a capire cosa ti disturba di più. La voglia di mettere a conoscenza della mia esperienza nasce principalmente dall’esigenza evidente che la 194 è una legge obsoleta oltre ad essere anche assurda per vari aspetti. Non pretendo che tutti capiscno, ma la mia è la voglia di informare tutti sulle modalità con cui avviene l’interruzione. Inoltre, forse per provocazione, ho scritto che la legge è ‘a favore’ dell’aborto, in quanto non dà il tempo ad una mamma di docuentarsi ed accertarsi sul vero stato di salute del feto. Spesso (come nel mio caso) per verificare il vero stato di gravità è necessario attendere la formazione degli organi interessati, e questo vuol dire attendere ben oltre le 22 settimane. Qui non si sta giocando a lascia o raddoppia, non si possono prendere decisioni sulla base di pochi elementi. Mi ciedo quanti sono quei feti ‘ammazzati’ che magari erano sani!!! Questo è l’assurdo, ci rendiamo conto???
Perchè scrivi ammazzati tra virgolete? Cmq a me non mi disturba assolutamente niente, al contrario di voi. Informa pure, ma non capisco che c’entra con il mio post. Molti feti sono stati uccisi che erano sani, ma se uno ritiene legale l’aborto non so che fastidio può dare.
Ecco perché Simona scrive AMMAZZATI tra virgolette: Emanuele Severino
L’ EMBRIONE E IL PARADOSSO DI ARISTOTELE
L’ embrione e la vita, il paradosso di Aristotele. LA TESI Un uomo in potenza non può voler dire essere umano in atto
È di domenica la notizia che la Svizzera approva la ricerca sulle cellule staminali umane tratte dagli embrioni soprannumerari. E tra poco in Italia si aprirà la discussione su questo problema relativamente al referendum sull’ uso delle cellule staminali. È allora il caso di avviare, con calma, la riflessione su questa importante e delicata questione. Molti sostengono che l’ embrione è un essere umano. Ma, al di là delle intenzioni, la loro logica – se vuol esser coerente ai propri princìpi – spinge ad affermare che l’ embrione non è un essere umano. Lo si può scorgere in base a un «argomento» decisivo, che non è mai stato preso in considerazione e che indico qui per la prima volta, con la speranza di farmi capire. Si crede comunemente che uomini e natura siano capaci di realizzare infinite opere e cose. Il bambino è capace di diventare adulto; l’ alba è capace di diventare giorno. Alcuni secoli prima di Cristo il pensiero filosofico ha dato una interpretazione tale, del senso della capacità, che è rimasta alla base di ciò che l’ uomo ha poi compiuto in ogni campo: politico, religioso, economico, artistico, giuridico, scientifico, culturale. Con Aristotele è prevalso il principio che la capacità esiste anche prima di essere esplicata o messa in pratica. Un corpo è capace di cambiar luogo anche prima che lo cambi o che glielo si faccia cambiare; un bambino è capace di diventare adulto anche prima che lo divenga effettivamente. Aristotele ha chiamato «potenza» la capacità così intesa, e di una cosa capace di essere o di fare qualcosa ha usato dire che essa è «in potenza» tale essere o fare. Provi la scienza, o il cristianesimo (e tutto il resto), a compiere un solo passo prescindendo dal concetto aristotelico di «potenza». Che l’ embrione prodotto dal seme dell’ uomo e dall’ ovulo della donna sia essere umano in potenza – ossia qualcosa che in condizioni «normali» ha la capacità di diventare un essere umano – è un principio accettato sia da coloro che sostengono, sia da coloro che negano che l’ embrione sia già un essere umano. I due opposti schieramenti si scontrano infatti in relazione a un ulteriore carattere della «potenza». Gli uni (ad esempio i cattolici) intendono che l’ embrione sia un esser-già-uomo, ma, appunto, un esserlo già «in potenza». Gli altri intendono che l’ embrione, sebbene sia «in potenza» un essere umano, sia tuttavia un non-essere-ancora-uomo. In questo secondo caso la sua soppressione non è omicidio; nel primo caso sì, è omicidio – e questo primo caso esprime la compiuta concezione aristotelica della «potenza». Ma nel secondo caso ci si limita ad esprimere un dogma, o una tesi scientifica, che, appunto perché scientifica, non può essere più che un’ ipotesi sia pure altamente confermata. Ciò nonostante la Chiesa fa dipendere dalle ipotesi della scienza quella che dovrebbe essere la verità assoluta, cioè non ipotetica, del proprio insegnamento. In favore del carattere umano dell’ embrione suona invece il principio che il suo esser uomo «in potenza» è il suo esser-già-uomo, sebbene, appunto, «in potenza». E se già un modo di esser uomo, la sua soppressione è un omicidio. Sennonché, quanti sostengono il carattere umano dell’ embrione sostengono anche che il processo che conduce dall’ embrione all’ uomo compiutamente esistente (uomo «in atto», dice Aristotele) non è garantito, non è inevitabile, non ha un carattere deterministico, ossia tale da non ammettere deviazioni o alternative. Ancora una volta, è Aristotele a rilevare che «ciò che è in potenza è in potenza gli opposti». Questo vuol dire che, se l’ embrione può diventare un uomo in atto, allora, proprio perché «lo può» (e non lo diventa ineluttabilmente), proprio per questo può anche diventare non-uomo, cioè qualcosa che uomo non è. E siamo al tratto decisivo del discorso (che andrebbe letto al rallentatore). L’ embrione – si dice – è in potenza un-esser-già-uomo. Ma, si è visto, proprio perché è «in potenza» uomo, l’ embrione è in potenza anche non-uomo. Pertanto è in potenza anche un esser-già-non-uomo. È già uomo e, anche, è già non uomo. Nell’ embrione questi due opposti sono uniti necessariamente. Proprio per questo, l’ embrione non è un esser uomo. Infatti – anche per coloro che pensano alla luce dell’ idea di «potenza» – l’ uomo autentico è uomo, e non è insieme non-uomo. Se un colore è insieme un rosso e un non-rosso, tale (mostruoso) colore non è il color rosso. Analogamente, se l’ embrione è, in potenza, quell’ esser già uomo che è necessariamente unito all’ esser già non-uomo, ne viene che l’ embrione non è già un uomo – non è cioè quell’ esser autenticamente uomo che rifiuta di unirsi all’esser non-uomo. Questo autentico esser uomo non è pertanto «contenuto» nell’ unità potenziale dell’esser uomo e del non esser uomo: così come lo scapolo – l’ uomo che non è unito a una donna – non è «contenuto» nell’ ammogliato – cioè nell’ uomo che invece è unito a una donna. Non essendo, l’ uomo, «contenuto» nell’ embrione, non si può quindi dire che sopprimendo l’ embrione si uccide l’ uomo. Sia pure inconsapevolmente, ad affermare che l’ embrione non è un essere umano, e che la sua soppressione a fini terapeutici o eugenetici non è omicidio, son dunque proprio coloro che dell’ embrione, alla luce dell’ idea di «potenza», intendono essere gli amici più fedeli. Emanuele Severino
Fonte:
http://archiviostorico.corriere.it/2004/dicembre/01/EMBRIONE_PARADOSSO_ARISTOTELE_co_9_041201004.shtml
Ciò che Lorenzo non afferra, secondo me, è che nessuno è FAVOREVOLE all’aborto, in quanto questa è sempre una scelta dolorosa.
Ma c’è differenza tra fare una scelta dolorosa ed essere degli assassini, anche perché in questo modo di intendere lo siamo tutti o quasi tutti … come osserva Marco Musy
http://www.uaar.it/uaar/documenti/139.html
Interessante, a questo proposito, le osservazioni di Chiara Lalli con relativo dibattito …
http://bioetiche.blogspot.com/2006/08/il-problema-della-definizione-di.html
Io non sostengo niente, constato semplicemente la natura.
Da quegli aborti dopo nè escono veri e propri bambini.
Io come donna voglio poter scegliere in qualsiasi situazione e non solo entro assurdi limiti imposti da chi nemmeno sa cosa voglia dire subire una cosa del genere.
Qui non si parla di aborto e basta. Simona è una donna che fortemente vuole sua figlia, una figlia che ha il diritto di nascere sana.
Scrivere a una mamma in pena che si appende alle speranze rimaste per vedere forse in un futuro sua figlia sana, “Se per caso Simona non si formalizza a uccidere suo figlio perchè ha la certezza che questo nasca con dei problemi lo potrebbe fare anche subito, senza conoscere il suo stato di salute. E poi se lo fa subito non farebbe niente di illegale.” è degno di una bestia senza sentimento alcuno.
A volte prima di dar fiato alla bocca bisognerre mettersi nei panni altrui.
Poi scusa giosby, che vuol dire che nessuno sostiene la’aborto? Non è una scelta semplice sicuramente e non è un qualcosa che si fa con leggerezza, ma la libertà di scelta è sacrosanta. Se questo vuol dire sostenere l’aborto, io lo sostengo.
Ciao S. Anch’io sostengo la libertà di scelta dell’aborto, ma voglio solo dire che nessuno è favorevole all’aborto come se fosse la stessa cosa che bere un bicchier d’acqua.
E’ sempre comunque una scelta difficile e dolorosa.
Questo non vuol dire che chi la fa debba in qualche modo sentirsi in colpa.
E’ una libera scelta, ma sicuramente chiunque si deve confrontare con una scelta responsabile.
Non si può essere favorevoli o contrari, si può solo rispettare la libertà di ognuno di decidere.
E’ più chiaro adesso?
Grazie per la tua preziosa presenza!
Ciao
^_^ chiarissimo grazie.
Questo è un argomento ostico e doloroso e spesso se ne parla con una superficialità inaudita (me compresa).
Forse sono stata un pò troppo aggressiva, ma leggere certe cose mi rende più che fumantina (non che non lo sia di natura :P).
Grazie mille!!!
Perchè una donna deve scegliere per un altra creatura, un figlio non ci appartiene.
E perché tu Lorenzo devi scegliere per la vita di una donna (e anche di un uomo) pensando che il corpo della donna è OBBLIGATO a contenere fino al parto naturale il frutto del concepimento?
Se il figlio non appartiene a chi lo partorisce, come dici tu Lorenzo, allora è lecito poi abbandonarlo in un cassonetto o davanti a una chiesa !!!
Questa tua logica Lorenzo può portare molto lontano. Non ci appartengono gli animali che uccidiamo per mangiare o per fare pellicce, per esempio. Neanche il topolino che ci entra in cucina a mangiare il formaggino …
Nulla ci appartiene!
E’ tutto opera del “buon” creatore che ci manda sulla terra la vita di cui noi non possiamo in alcun modo decidere!
L’uomo ha l’arroganza di ritenersi SUPERIORE agli animali, per cui la vita di questi conta molto poco …
Perciò l’uomo è autorizzato tranquillamente ad allevare polli vacche e maiali in gabbie dove non possono neanche muoversi condannandoli a una “VITA” indescrivibile per sofferenza, oppure può inchiodare a terra le oche per poi ingozzarle e ricavare il prezioso e prelibato patè di fegato d’oca.
Ma hai letto BENE quale è il problema di Simona? Prova a rileggere:
“C’è la possibilità che mia figlia nasca con gravissimi problemi, tanto gravi da renderla un vegetale”
Adesso tu vuoi obbligare una persona a sostenere una vita con indescrivibili sofferenza senza nessuna speranza in nome di che cosa?
Della giustizia divina?
Ma per carità!
Ci sono milioni di bambini sani che soffrono la fame e hanno bisogno di aiuto!
Se vogliamo sostenere LA VITA sosteniamo quelle che già esistono e hanno difficoltà di sopravvivenza! Utilizziamo energie e denaro per chi è vivo e SOFFRE, se vuoi, piuttosto che SPRECARE risorse per creare INUTILI INFELICITA’ in nome del “disegno divino”!
Poi magari, quando è viva la gente, possiamo anche pensare di ucciderla per legge …
Questo è meno grave, magari!
La pena di morte in Vaticano è stata abolita soltanto nel 2001, lo sapevi?
http://it.wikipedia.org/wiki/Pena_di_morte_nella_Citt%C3%A0_del_Vaticano
E poi sarei io l’ipocrita?
Ma Lorenzo, per favore
http://www.giosby.it/2008/05/29/ma-mi-faccia-il-piacere/
Io scegliere per una donna? Dove ho detto che voglio scegliere per una donna?
Ma mi rifaccia il piacere …
http://www.giosby.it/2008/05/29/ma-mi-faccia-il-piacere/
Qui stiamo parlando della bambino/a di Simona no di Simona.
No Lorenzo! Qui stiamo parlando del caso di Simona. Stiamo parlando anche con Simona. Stiamo cercando di discutere, ragionare e crescere, come nel titolo del blog!
Ti propongo un quesito che riguarda ciò che una donna può subire.
Nel caso di stupro una donna che rimane incinta dopo la violenza secondo te ha il DOVERE di portare a termine la gravidanza?
Solo per spiegare quanta violenza potrebbe essere fatta ad una donna con l’alibi di proteggere la vita che si crea nel suo grembo …
Poi Lorenzo, sinceramente non mi sembra che si possa ragionare buttando lì una frase alla volta. Mi piacerebbe di più approfondire.
Ma se il tuo problema è quello di avere l’ultima parola, allora accomodati pure …
Penso che chi legge abbia gli strumenti per ragionare da solo.
Buona domenica!
Cmq volevo solo dire che mi sembrava che parlavamo del figlio/a di Simona, no di Simona direttamente, mi sa che l’ipocrita non sono io.
Scusate, ho riscritto nuovamente il messaggio perchè credevo avessi fatto un errore. Cmq voi avete cambiato discorso e avete finito di parlare di Simona, per quello che ho lasciato perdere. Qui cmq non si tratta del dovere o meno di portare una vita dentro di sè, c’è una vita. Su cosa bisogna discutere?
Rileggi l’articolo Lorenzo. Mi sembra chiaro, fin dall’inizio. Si discute di una legge e sulla libertà di scelta della donna.
E’ scritto nella prima riga:
“Abortire un figlio forse sano o tenerlo con la probabilità di lasciarlo sopravvivere in stato vegetativo. Questa la scelta che la legge italiana impone a molte mamme.”
Non mi sembra né di cambiare discorso, né altro. Comunque pensala come preferisci! Ne hai tutto il diritto!
Buona domenica!
E’ vero, parlate di Simona e di suo figlio/a come se fossero le stesse persone. Uno dice ciò che pensa quando c’è una discussione, ma sinceramente qui non c’era motivo di discussione. Come discutere su perchè il bianco deve essere chiamato bianco, o sul perchè il triangolo deve essere chiamto triangolo.
Lorenzo scusa, ma dici veramente? Stai paragonando un argomento tanto delicato al “discutere su perchè il bianco deve essere chiamato bianco, o sul perchè il triangolo deve essere chiamto triangolo”?
Io, donna, devo poter scegliere se tenere o no un figlio frutto di uno stupro.
Io, donna, devo poter scegliere se tenere o no un figlio senza poterlo mantenere.
Io, donna, devo poter scegliere se tenere o no un figlio che non avrò la possibilità di curare.
Io, donna devo poter scegliere se tenere o no un figlio che soffrirà in eterno.
Io, donna devo poter scegliere se tenere o no un figlio la cui nascita potrebbe portare alla mia morte.
E mi fermo qui, ma potrei continuare per un bel pezzo.
Scrivendo queste cose non hai rispetto alcuno nei confronti di Simona, una ragazza prima che una madre, che sta soffrendo il suo dramma di mamma abbandonata. Donna coraggiosa che ha deciso di esporsi raccontando la sua storia per portare all’attenzione un problema comune e molto diffuso, per aiutare tutte le mamme che si trovano e si troveranno a patire la sua medesima sofferenza.
Almeno un pizzico di pietà per tanto dolore!
Questa donna puo’ anche non tenere questo bambino ma per far cio’ non puo’ uccidere un altra creatura.
Cosa?
Ciao a tutti.
Con piacere leggo che i dissapori aumentano e le opinioni si intrecciano. Dico con piacere perchè leggere ciò che ognuno pensa è molto interessante. Certo non voglio essere appoggiata ma faccio notare che la mia scelta, libera (ma non troppo), per il momento trova l’accordo di tutti, Lorenzo compreso. Sto scegliendo la vita, fin quando vita saprò che sia. Mi spiego meglio. La piccola che porto in grembo è un dono di vita, certamente, ma il solo fatto che cresce nel MIO grembo mi rende responsabile, in tutti i sensi. Apprendere una notizia di grave patologia fetale vi assicuro che è quanto di più terribile possa accadere ad una donna in attesa. In attesa di vita e non di malattia. Se potessi cambiare con la mia volontà lo stato di cose sarei prontissima a dedicare ogni mio sforzo in cambio della sua serena vita, ma purtroppo non posso oppormi agli eventi naturali….o divini, come si preferisce definirli. In realtà non so ancora come andranno le cose, non so ancora quali saranno le mie decisioni. Per il momento mi concentro sui fatti e accumulo quanti più dati certi mi è possibile raccogliere riguardo la salute di MIA FIGLIA! Lorenzo non sottovalutare le scelte di una mamma, sappi che sono sempre e solo condizionate. Si può non approvare ma certo non si può giudicare innanzi ad una scelta dolorosissima.
Guarda, sinceramente da parte mia non ci sono problemi, anche perche’ fino ad aora non ho ne’ dato opinini ne’ ho giudicato.
scusa, e come consideri la tua discussione? Dire di non aver giudicato mi pare un grosso passo indietro!
Qual’e’ discussione? Ho solo detto che potresti abortire a prescindere, visto che cmq l”ho faresti nel caso ci fossero complicazioni.
Il tuo pensiero è sufficientemente chiaro Lorenzo. Grazie per il contributo.
L’importante`e’ non dire che mi metta a giudicare le persone.
Se ti fa piacere chiamalo come vuoi. Libertà di pensiero e libertà di parola a tutti!!!
No, le cose devono essere chiamate con il proprio nome, non c’entra la liberta’ di pensiero.
Le affermazioni che fai mi confermano le differenze di personaità che ci separano. Non credo ci sia altro da dire. Credo che tu sia una persona chiusa al dialogo e al libero scambio di pensieri. Ti saluto e non aggiungo altro, non desidero essere scortese. Buonasera
Dialogo su cosa?
Potremmo dialogare su come rendersi antipatici …
Che ne dici?
Mi sembra che su questo tema hai delle belle capacità!
Ops
Boccaccia mia statti zitta …
🙂
Caro Giosby, come tu mi indichi qualche volta bisogna lasciar perdere perchè proprio non ne vale la pena. Questa è una di quelle volte!
Ti sbagli di grosso Giosby.
Niente di più facile Lorenzo …
Non hai meglio di fare che continuare a rispondre?
Simona ha avuto qualche giorno fa una bella bimba di nome Vittoria.
Un grazie anche a Lorenzo per il suo aiuto
🙂
Almeno io non ho ofeso nessuno!
Qui non è vero quello che scrivi Lorenzo!
Ho riletto tutti i commenti e nessuno ti ha offeso!
Qualcuno è stato un po’ aggressivo, ma si è anche scusato!
Penso invece che alcune tue parole possano aver ferito qualcuno ed è per questo che c’è stato un moto di sdegno nei tuoi confronti.
Ma, via, tutta roba da 2009!
Vedrai che con il 2010 potremo fare a meno di tante aggressioni e riusciremo a collaborare un po’ di più!
O no?
🙂
Infatti io non c’è l’ho con nessuno, solo non ho potuto fare a meno di notare che siete state agressivi e acidi. Però come le mie parole hanno potuto fare del male, quando qui ci sono persone che non si farebbero problemia uccidere bambini. Cmq prima di andare auguro a tutti un buon 2010!
Bravo Lorenzo! Sono tue le ultime parole del 2009 !
Nessuno qui ucciderebbe bambini senza farsi un problema!
E’ da Settembre che le tue parole feriscono proprio in questo senso !
Perché tu affermi che l’aborto è un assassinio, e questo è offensivo caro Lorenzo !
Non so neanche se te ne rendi conto!
Ne abbiamo già discusso a fondo più sopra, ma forse è meglio riprendere alcuni scritti, in particolare Marco Musy:
***
“Si sente spesso ripetere, sotto varie forme, il seguente ragionamento: «Un embrione è un essere vivente che, anche se non è una persona, lo diventerà. Con l’uccisione volontaria dell’embrione tu impedisci a quel futuro individuo di vivere la sua vita. Non è diverso da un omicidio». Oppure: «L’embrione umano è già una Persona».
Indubbiamente è vero che la soppressione dell’embrione impedisce oggettivamente al futuro individuo di esistere. Tuttavia la conclusione che l’aborto equivalga all’omicidio nasconde un grave errore logico e se vogliamo essere razionali occorre spingere i ragionamenti fino in fondo per capire che le cose non stanno così.
Vanno chiariti alcuni punti principali:
* La vita biologica, per come la conosciamo attraverso il metodo scientifico, preesiste alla formazione dell’embrione. L’embrione è il risultato di complessi e noti processi biochimici che hanno luogo fra organismi vivi: l’ovulo femminile e lo spermatozoo maschile. Un embrione vitale non proviene da oggetti morti o da materiale inorganico. Affermare che la vita abbia inizio all’istante della fusione del DNA di organismi vivi è una banale contraddizione nei termini.
* L’idea che l’embrione come tale sia una “persona” è di ordine metafisico e non ha nulla a che fare con la biologia o con altre scienze. L’idea che l’istante del concepimento costituisca una qualche “discontinuità” che giustifichi l’assegnazione dello status di “persona” non trova supporto in natura ma affonda piuttosto le sue radici in quelle ideologie religiose che per sopravvivere non possono fare a meno di questa arbitraria assunzione. Si tratta di un’idea che non contiene nulla di scientifico.
* Il meccanismo attraverso il quale si forma l’embrione di un homo sapiens è lo stesso di tutti gli altri organismi viventi sessuati (sia per i mammiferi sia per molti altri animali inferiori). Non occorre postulare l’esistenza di entità sovrannaturali per spiegare la riproduzione umana, o per spiegare i processi che portano alla formazione di un embrione.
* Una coppia qualsiasi ovulo-spermatozoo non ancora uniti contiene già in sé tutta l’informazione che serve per la costruzione di un nuovo esemplare, esattamente come la stessa informazione è contenuta nell’embrione che essi formano. In altre parole, una qualsiasi coppia ovulo-spermatozoo ha la stessa “dignità” biologica dell’embrione, nel senso che è ad esso biologicamente equipollente.
Questi semplici fatti implicano che la scelta consapevole di impedire, attraverso qualsiasi mezzo, l’unione di un ovulo con uno spermatozoo umani risulta logicamente equivalente a impedire che il corrispondente embrione si sviluppi secondo il suo normale corso. Cioè, se chiamiamo ciò “omicidio”, allora siamo costretti a includere nella stessa categoria anche la contraccezione e perfino l’astinenza sessuale o la scelta del celibato perché, dal punto di vista biologico, di fatto producono tutti lo stesso risultato finale: una persona non verrà al mondo e non vivrà a causa della scelta deliberata e consapevole di qualcuno.
Dovremmo dunque considerare “assassini” anche tutte quelle persone? È chiaramente assurdo. E ogni volta che attraverso un ragionamento si giunge a un assurdo significa che o il ragionamento è sbagliato o l’ipotesi iniziale (aborto=omicidio) è falsa. L’aborto non può essere considerato equivalente all’omicidio, perché questa ipotesi condurrebbe alla conclusione insensata secondo la quale dovremmo considerarci quasi tutti omicidi.
Stabilire quando la soppressione di un gruppo di cellule è un omicidio e quando invece non lo è, non può che derivare da una nostra convenzione e non da un elemento oggettivo della natura. Non diversamente dallo stabilire a che età si è abbastanza maturi per votare.”
***
Fonte: http://www.uaar.it/uaar/documenti/139.html
C’è altro da aggiungere?
Dobbiamo aggiungere che secondo questa logica dell’omicidio dei bambini ogni eiaculazione è un omicidio?
Il 28 Dicembre è morto a Treviso Renzo Betteti, malato di SLA, che ha rifiutato la tracheotomia per mantenersi in vita.
Aveva dichiarato:
«Non me la sento di finire come una pianta in un vaso di fiori, che viene alimentata, non può parlare, ha gli occhi aperti e il cervello che funziona… ».
http://nutrimente2.wordpress.com/2009/12/31/treviso-morto-malato-di-sla-%E2%80%9Cnon-voglio-vivere-come-una-pianta%E2%80%9D/
Racconto ancora una mia piccola esperienza.
Amo gli animali. Da molti anni abbiamo a casa un cane, a volte anche due cani.
Qualche anno fa una nostra cagna, anziana ma non troppo, si ammalò di tumore.
L’abbiamo curata amorevolmente per qualche tempo, ma quando la sua sofferenza era inutile,eccessiva e senza speranza, con molta tristezza l’ho portata dal veterinario per consentirle una morte dolce.
Prima sedata, addormentata e infine soppressa.
Se ci penso mi vien da piangere ancora adesso.
Penso però di non dovermi considerare un assassino di cani!
O no?
Detto questo, Lorenzo, vorrei ringraziarti perché sei uno dei lettori più assidui, perché partecipi alla vita del blog, anche se in modo “diverso”.
Non ti sei allontanato, nonostante le “aggressioni”, ed in fondo questo è n tuo merito.
Ti rimprovero di essere un po’ troppo telegrafico. E allora, perché non scrivi in modo più completo il tuo pensiero?
Scrivi un articolo! Inviamelo per email e ti prometto di pubblicarlo.
Sul tema che vuoi!
Non ti prometto di essere d’accordo con ciò che scriverai, anzi mi riservo di criticarlo, anche aspramente.
Ma trovo che uno spazio possa essere condiviso anche con coloro con cui non siamo d’accordo!
Altrimenti che democrazia è?
Anche se non è l’ucissione di un bambino è pur sempre un uccisione. Però non dire che non è l’uccisione di una persona, il feto è uno stadio.
“l’ovulo femminile e lo spermatozoo maschile. Un embrione vitale non proviene da oggetti morti o da materiale inorganico. Affermare che la vita abbia inizio all’istante della fusione del DNA di organismi vivi è una banale contraddizione nei termini.”: questa frase si che è contradditoria.
Continua qui …
L’attimo in cui scocca la vita. Religione e bugie.
http://www.giosby.it/2010/01/02/lattimo-in-cui-scocca-la-vita-religione-e-bugie/