“Sì, ma… Nel circo mediatico avanza tracotante una nuova figura, è quella del postillatore. Affronta tutte le discussioni, anche le più drammatiche, come quelle a cui assistiamo in questi giorni, con un artificio retorico fra i più subdoli: «La Russia ha invaso l’Ucraina ma la Nato…», «Siamo inorriditi di fronte alla barbarie di Hamas, però dobbiamo ricostruire storicamente il motivo per cui è nato Hamas», e così via.
Questo è lo schema mentale con cui il postillatore pensa di sbaragliare l’interlocutore usando un grimaldello per appropriarsi impunemente dello spazio del giustificazionismo, dell’alibi, della «complessità». È la tecnica usata, tra gli altri, da Michele Santoro, da Elena Basile, da Moni Ovadia, da Alessandro Orsini. È una fallacia logica conosciuta col nome di «accumulo di postille», un tipo di argomentazione per impedire una discussione corretta.
Non si possono giustificare in alcun modo il terrorismo, le mattanze e le carneficine sugli inermi. Non c’è ma che tenga. Chi ha negato le stragi ucraine, Bucha e le altre, è pronto a negare anche Kfar Aza, a colpi di postille. È giusto riflettere sullo squilibrio fra dittatura teocratica e democrazia, sulla striscia «prigione» di Gaza, senza per questo intossicare il diritto di esistere di Ucraina e di Israele con i ma, i però e tutte le altre avversative da talk show.”
Praticamente l’autore con un colpo di spugna cancella la logica e la ricerca scientifica dal dibattito su qualsiasi argomento, inventando una categoria, “i postillatori” e presentandoli in una falsa luce di sabotatori che “giustificano” qualunque atrocità.
Siamo all’assurdo. Invece di argomentare e di confutare le osservazioni degli interlocutori, li si mette in una casella “i postillatori” e si afferma il falso dicendo che giustificano. Come affermare che non è possibile cercare alcuna spiegazione agli avvenimenti. Dovremmo, secondo Aldo Grasso, smettere di ragionare.
Io ho imparato che ogni avvenimento va inserito nel suo contesto, ma questo per Grasso non vale.
Anche nei delitti più efferati, nei femminicidi, si va a ricercare le motivazioni più profonde, le esperienze infantili degli autori, per esempio, non certo per giustificare, ma per cercare di capire quello che è successo, e per cercare anche di evitare che si possa ripetere un episodio simile, grazie alla COMPRENSIONE degli avvenimenti.
Ma per Grasso ogni tentativo di comprendere è una inutile postilla che “impedisce una discussione corretta”
Ogni commento che vada al di là di una condanna ovvia diventa una giustificazione.
Questo significa falsare la realtà, proprio perché non si hanno argomenti per dibattere. Significa asserire di avere la Verità in tasca e in questo modo giustificare, nella fattispecie, tutte le atrocità che vengono commesse in questo giorni a danno non di Hamas, ma dell’intero popolo Palestinese.
Grazie Aldo Grasso. I venditore di morte ti ringraziano sentitamente.
FERMIAMO ISRAELE!